Marika: il giorno in cui il Monferrato mi ha rubato il cuore

Tamburello a muro: il giorno in cui il Monferrato mi ha rubato il cuore.

Un pensiero da Marika, una tifosa per caso (foto di Morris Paganotti)

Non avevo mai sentito parlare di tamburello a muro prima di quel pomeriggio d’estate del 2022.

Un giro in moto senza fretta tra le morbide colline del Monferrato, il verde dei vigneti sembrava dipinto a mano e le strade erano come curiosi sentieri che correvano verso il cielo.
Per caso ci ritroviamo in un paese che sembrava in festa: bandiere sventolanti, sedie allineate lungo una via principale chiusa al traffico e un gruppo di ragazzi in divisa sportiva con in mano tamburelli colorati.
Io e mio marito ci siamo fermati incuriositi e, pochi minuti dopo, un signore già ci stava spiegando le regole: due squadre con cinque giocatori ciascuna, una pallina, un muro storico che diventa parte fondamentale del campo e un ritmo che, colpo dopo colpo, ti entra dentro. Ecco a voi il tamburello a muro.
Ogni rimbalzo contro quelle pietre è l'antico battito del cuore del paese, un legame tra il suo passato e il suo presente.
Col tempo ho capito che questo non è solo sport: è il rito di un'intera comunità, un'esperienza da vivere insieme. C’è l' anziano che racconta le partite di trent’anni fa, il bambino che sogna di indossare quella maglia, il sindaco che applaude, il parroco e la piazza del paese che diventa tribuna e palcoscenico.
 
Da allora, ogni volta che sento parlare di tamburello a muro, un sorriso spontaneo compare sul mio viso...in quel rintocco c’è un’eco di risa, di tifo, di sole… e di una terra che, per puro caso, ho imparato ad amare.
 
Il Monferrato non si visita: si incontra. Ti accoglie con le sue colline piene di storia, con la gentilezza disarmante della sua gente, con un bicchiere che non resta mai vuoto e un gioco antico che ti fa dimenticare il tempo.
Il Monferrato è così, ha una sua magia: non ti invita, non ti chiede il permesso di entrare nel tuo cuore, ti prende, discreto ma deciso. Ti mette una mano sulla spalla e ti dice: "Vieni, che c’è posto anche per te." E tu ti ritrovi a parlare con gente che fino a due ore prima non conoscevi, a guardare il tramonto sulle vigne, a percorrere chilometri per vedere un gioco antico che é molto più di uno sport,é storia viva e identità e ti ritrovi a pensare: "Io, qua, ci voglio tornare."
 
TAM TAM
 
Colpi secchi, netti,
che rimbalzano sul muro
come il battito del paese.
 
La pallina vola,
taglia l’aria calda dei pomeriggi d'estate,
 il fiato resta sospeso
tra un rimbalzo e una battuta.
 
C’è il sole sulla piazza,
Quel profumo che sa di casa,
e il vociare della gente 
che diventa coro.
 
Ogni giocatore è un eroe,
ogni punto ha una storia,
ogni rimbalzo è memoria viva.
 
Il tempo qui non corre,
danza tra i colpi e gli applausi,
 il tamburello a muro
non è solo un gioco:
è il cuore del Monferrato
che batte ancora forte per farsi sentire.

 

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