Risposte sui punteggi e questioni varie

Dopo mesi di discussioni in cui alcuni dirigenti, giocatori ed appassionati di Tamburello hanno animato (e continuano a farlo) la carta stampata e i social, ritengo necessario fare alcune precisazioni ed una riflessione importante per rispondere a tutti.

Era il 2015 quando è nato questo nuovo sistema punti, perché si usciva da un Campionato a 7 squadre con una classifica bizzarra (se vogliamo definirla così) con la vincitrice sulla vetta e le altre 6 con un distacco tale da far perdere ovviamente un po’ l’entusiasmo, tra i giocatori e ovviamente il pubblico ed è così che si decise di trovare una formula per invertire una rotta che stava man mano portando il Tambass ai minimi storici.
Non conoscevamo nessuna “formula magica” e ci siamo inventati questo nuovo criterio dei punti per cercare di dare una scossa e per cambiare qualcosa. Sono passati diversi anni, nel frattempo le regole sono state affinate anche in base ai problemi che emergevano e che non si potevano prevedere e sebbene sia abbastanza articolato, al fine di tener conto di molteplici aspetti, purtroppo non tiene conto della “malizia” di qualche dirigente.
I fatto è che a le formazioni in campo a contendersi lo Scudetto nel 2016, 2017 e 2019 sono arrivate a 9 (dieci nel 2018) e il parco dei giocatori è variato notevolmente. Qualcuno ha smesso ma non per colpa dei punteggi, ma molti altri sono arrivati dall’Open, dando sicuramente un maggior prestigio a questo Campionato e nessuno di questi ci risulta
che non abbia preso parte ad incontri per abbassarsi il punteggio e comunque i dati sulla carta non sono rilevanti. In questi anni abbiamo perso alcune piazze come Grana, Rocca e Ovada,
questo lo sappiamo, ma non per colpa dei punteggi sicuramente. La Commissione può e deve sicuramente monitorare ed aiutare ogni Società, per quanto possibile, ma non può sostituirsi alla dirigenza locale. In alcune di queste realtà non c’è stato un rinnovo dei direttivi, non sì è investito nell’attività giovanile, non favorendo così la crescita e il ricambio generazionale, sia in campo che tra i dirigenti, come invece è successo in altre società più dinamiche, che sembrava dovessero uscire di scena e invece sono rientrate e stanno danno ottimi risultati.
Il compito della Commissione inoltre non è quello “di dare due o tre soluzioni” tra cui scegliere in quanto non siamo ad un verosimile “mercato del pesce”, ma è quello di avere una prospettiva, una visione del Tamburello che “sarà” e di favorire in ogni modo possibile la sopravvivenza, la crescita ed il futuro di questo sport.
Quest’anno si è sperimentata una nuova formula della “Coppa Italia”, dove per una settimana la piazza di Tonco è stata invasa da giovani muraioli e mentre i nostri piccoli atleti ci regalavano un gradito spettacolo, alcuni dirigenti invece di commentare le partite, disquisivano sul sistema, perché forse più interessati alla contestazione.
Le riunioni con le società avvengono regolarmente, con la presenza dei Presidenti o di un loro delegato, quindi il dialogo ed il confronto non manca, tant’è vero che ci siamo già trovati lo scorso 11 settembre, a conclusione del campionato e ci saranno altre occasioni per parlare del prossimo.
Non serve allargare i tavoli di discussione, perché questo creerebbe solo confusione e ognuno direbbe la propria opinione “campanilistica” e non per il bene del tamburello, come chi quest’anno ha contestato il valore dei giocatori provenienti dalla Serie A dall’Open quando l’anno prima la stessa regola gli ha fatto comodo…
Siamo a completa disposizione di chi vorrà sottoporci idee e proposte per il bene del Campionato a Muro e una tra queste, la formula dei play off, a cui stiamo già lavorando.
Il Tamburello a muro sta dando ottimi risultati e notevoli riscontri in termini di pubblico, soprattutto quello turistico e di passaggio che non lo conosce, anche grazie alla collaborazione di due professionisti come Ivo Anselmo e Claudio Galletto, ma si potrebbe comunque fare di più se chi lo vive all’interno ci aiutasse a valorizzarlo e non lo criticasse quotidianamente senza proporre idee concrete o sminuendo chi, comunque, ci ha provato trovando una formula diversa.

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