Quel “tam tam” che risuona nelle piazze di paesi da fiaba

Se vi capita di passeggiare nella magia delle colline del Monferrato, tendete l’orecchio, potreste ascoltare un suono misterioso , profondo come il soffio del drago, affascinante come il tempo già passato, tendete l’orecchio e seguitelo.

Tam… Tam…Tam… Seguite questo suono , se sarete fortunati vi troverete in una grande piazza, con un lato, quello più lungo, delimitato da un alto muro. Nella piazza , potrete trovare ragazzi che sfidano il cielo, lanciando, con traiettorie ardite, una palla piccola e veloce , con un tamburello . Osservateli, sono eleganti, ripercorrono gesti antichi, che da generazioni, le vecchie pietre della piazza, vedono immutabili. Stanno giocando a “Tambass”. Da oltre quarant’anni è anche uno sport, con giocatori in divisa, sponsor, e qualche quattrino per i migliori. Si disputa anche un campionato di serie A, oltre a molti altri minori, ma in realtà è molto di più che uno sport , almeno per chi vive nella bellezza di paesi che portano nomi evocativi come : Vignale, Montechiaro, Montemagno, Calliano, Grazzano, Moncalvo, Portacomaro, Castell’Alfero, Tonco ed altri ancora. Il “Tambass” è parente stretto del tamburello, ma in realtà anche un’altra cosa, è tradizione, è cultura di una terra meravigliosa. Non è solo uno sport, è un gioco, e quanto sia profonda questa differenza è facile da intuire. Giocando si impara, si comunica, si lotta, si sta insieme e anche quando il colpire la palla finisce, sul tavolo dell’osteria della piazza, il rosso del vino riempie il bicchiere e il profumo del salame cotto va a colorare l’aria , la partita non conta più nulla. Lo sport oggi, è invece, soprattutto in quelli più pubblicizzati, spettacolo, denaro, televisione, malcostume di tifosi esaltati, doping, sponsor, corruzione, anche, se a volte, sa ancora raccontare belle storie, come nelle Olimpiadi che si svolgono in questi giorni, ma questo succede sempre più di rado. Il “Tambass” fa parte della nostra identità culturale, come gli agnolotti che preparavano le mie zie e che avevano lo splendido sapore dei miei vent’anni, come la muletta, che alcuni artigiani sanno ancora preparare, il fritto misto, lo spettacolo ordinato delle nostre vigne che danno il senso dell’infinito, le montagne che ci circondano e che ci ricordano quanto siamo piccoli. Da pochi giorni è terminato il campionato di serie A, ma ci sono stati anche un campionato di serie B, di serie C e di serie D , oltre a quelli femminili e giovanili e in questi giorni stanno disputando altre finali. Ha vinto per la quinta volta consecutiva il Grazzano, è stato un campionato avvincente e combattuto, con una finale da ottocento, novecento spettatori. Purtroppo la finale è stata poco combattuta, 19 a 3 per il Grazzano contro un Montechiaro che ha trovato una giornata storta dopo uno stupendo campionato. Il movimento è vivo e va protetto, in tanti paesi i bambini continuano la tradizione e giovani campioni cercano di ripercorrere la strada di giocatori che hanno fatto la storia e che ancora vengono ricordati in ogni occasione. In un mondo dove la globalizzazione sta distruggendo la nostra identità culturale, le tradizioni che hanno costruito la nostra storia, le eccellenze che ancora esistono vanno esaltate, raccontate, vissute. Se volete conoscere, una delle terre più belle del mondo, il Monferrato, andate a vedere dove batte il suo cuore. Tam... Tam... Tam...

Sergio Miglietta

Casalese, docente di Educazione fisica e appassionato di tambass


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