La battuta potente di Augusto Manzo, il gioco spettacolare di Felice Bertola, i colpi al volo di Massimo Berruti.
Le gesta che hanno reso celebri questi e altri super campioni del «balon» e le regole del gioco più antico di Piemonte e Liguria vengono riscoperte grazie al progetto «La pallapugno va in classe», un evento che coinvolge più di mille bambini delle province di Cuneo, Asti, Alessandria, Imperia e Savona.
Il progetto, ideato da Roberto Corino (quattro volte campione italiano) - sostenuto nella Granda dalla Fondazione Crc - e organizzato dalla Federazione italiana pallapugno), coinvolge gli alunni e le alunne di quarta e quinta Elementare di venti plessi scolastici. Si sviluppa in quattro lezioni tenute dai tecnici federali: un primo intervento è dedicato alla storia della pallapugno, alla visione di filmati d’epoca e al gioco libero; quello successivo, invece, avviene alla presenza di alcuni campioni attuali. A raccontare le proprie esperienze e a dare consigli su come approcciarsi a questa disciplina della tradizione sono stati scelti i fratelli Paolo e Massimo Vacchetto, Bruno Campagno, Federico Raviola, Davide Barroero, Davide Iberto e Martina Garbarino.
Nel terzo incontro, un tecnico della società organizza una partita in palestra, mentre la lezione finale è tenuta direttamente allo sferisterio. Roberto Corino: «La pallapugno è uno sport in crescita, complicato sia nelle regole, che nel gioco. Per i ragazzi è una novità. Abbiamo quindi cercato di creare un metodo di lavoro semplice per portare risultati e appassionarli». La tradizione torna sui banchi di scuola. Un primo passo importante perché il balon torni popolare come un tempo, rendendo i ragazzi partecipi di una realtà spesso sconosciuta. Com’è accaduto l’altro giorno alla lezione di Santo Stefano Belbo quando la trisnipote di Augusto Manzo ha alzato la mano per parlare di lui.