Oltre ottant’anni dedicati a calcio, ciclismo e pallapugno: l’imperiese Giuseppe Veziano è l’uomo dei tre sport

Ha vinto scudetti, medaglie, coppe e targhe, tutte onorificenze del Coni, della Federazione italiana gioco calcio e della Federazione italiana pallapugno

Vallecrosia. Oltre ottant’anni di calcio, ciclismo e pallapugnoGiuseppe Veziano è stato definito l’“uomo dei tre sport” nel libro dedicato alla sua vita e carriera sportiva, scritto da Marco Silvano Corradi.

Tre sport diversi hanno caratterizzato la sua vita, dai quali ha ricevuto molte soddisfazioni e gratificazioni. Ha infatti vinto scudetti, medaglie, coppe e targhe, tutte onorificenze del Coni, della Federazione italiana gioco calcio e della Federazione italiana pallapugno.

E’ una figura sportiva importantissima nella nostra provincia, ha infatti contribuito a diffondere lo sport, facendolo amare anche alle varie generazioni“Finché le forze me lo permetteranno continuerò a dedicarmi allo sport – afferma Veziano - Iniziai a giocare da giovane a pallapugno e calcio, facevo i tornei del paese. Durante il servizio militare giocai nella squadra del II Battaglione Della Marmora, successivamente sono stato incaricato di formare e seguire la squadra di football. Mi occupavo delle disposizioni tattiche e della preparazione atletica. Allenai Giuliano Sarti,futuro portiere dell’Inter scudettata nonché campione d’Europa e del Mondo; Gianchetto del Parma; Catalani, poi capitano del Prato e centromediano della Spal in serie A; e Russoni del Siena”.

Nato a Isolabona nel 1934, iniziò da giovane a giocare a pallapugno, poi passò al calcio, passione che dura ancora, oggi è infatti vicepresidente onorario del Don Bosco Vallecrosia Intemelia, in seguito si dedicò alciclismo nel ruolo di direttore sportivo occupandosi di tattiche di corsa e supporto psicologico ai corridori. Infine ritornò alla pallapugno in veste di massaggiatore, diventando amico, confidente e motivatore dei campioni che hanno tagliato i traguardi più alti vincendo campionati di serie A. “Lo sport mi ha dato diverse soddisfazioni – rivela - Quando con il Camporosso dalla Seconda Categoria siamo stati promossi in Prima, quando abbiamo vinto il primo Campionato italiano di pallapugno nel 1995 con l’Imperiese Conad e quando vincemmo i Campionati italiani di ciclismo con Berlingò, Pavia e Lamberto Galmacci”.

Nel 1975 fu tra i fondatori del Camporosso Calcio. Giuseppe si mise a disposizione come dirigente e massaggiatore. In seguito fu anche direttore sportivo e presidente. Quando ebbe un problema di salute decise di rassegnare le dimissioni da presidente del Camporosso. In quell’occasione ricevette una lettera dell’allora presidente  della Federazione italiana gioco calcio della Liguria, Andrea Nicchiotti, nella quale lo ringraziava di tutto ciò che aveva fatto per la sua città. Nel 2009 gli venne conferita l’onorificenza di “benemerito” della Federazione italiana gioco calcio. Il Camporosso successivamente si fuse con il Don Bosco Vallecrosia, formando il Don Bosco Vallecampo. Quando però alcuni dirigenti si staccarono dal Vallecampo per ricostruire il Camporosso, Veziano decise di collaborare con la società sita nel complesso sportivo della Braie. “Qui siamo tutti amici - dice parlando del Don Bosco Vallecrosia Intemelia – Siamo una famiglia, ci vogliamo bene e pensiamo solo al bene dei giovani. E’ una bella realtà”.

Quando si sposò iniziò a seguire i suoi nipoti appassionati di ciclismo“Frequentai due corsi a Savona per migliorare le mie conoscenze, uno da direttore e l’altro da massaggiatore”.  Tobia, Andrea e Lamberto Galmacci  cominciarono a vincere le competizioni e così Veziano, grazie a suoi contatti contribuì alla nascita della Fanini Mobiexport, per la quale divenne direttore sportivo. Il team di Isolabona fu una fucina di campioni del ciclismo professionistico: Mario Cipollini, Michele Bartoli, Andrea Tafi, Rolf Sorensen, Pierino Gavazzi, Giambattista Baronchelli, Franco Chioccioli e Mattia Gavazzi, sono solo alcuni nomi di coloro che vestirono la maglia della società. “Riuscimmo ad arrivare ai campionati italiani. E’ stato un bel periodo, ho conosciuto tanti giovani che poi sono diventati dei campioni nel ciclismo – racconta - In Olanda ci trovammo a misurarci con dei professionisti. Ho fatto amicizia con molti di loro, come Felice Gimondi e Italo Zilioli”.

“Iniziai a fare il massaggiatore nella pallapugno quando Sandro Tamagno dell’Aspe Imperiese me lo chiese” – rivela - Sostituì il massaggiatore precedente, che si era fatto male, e così iniziai una nuova avventura”. Dopo un periodo di prova Giuseppe divenne il massaggiatore ufficiale della compagine imperiese. “In una semifinale fra Sciorella e Molinari, la spalla di Andrea Lanza era finita contro un muro di appoggio battendo violentemente il capo, crollò a terra semi svenuto, riuscì a rimetterlo in piedi. Curai i muscoli anche di diversi campioni come Felice Bertola, Aicardi, Danna, Bellanti, Molinari, Pirero e Dotta” – ricorda Veziano – “Un giorno lasciai la serie A ma continuai l’attività nelle valli del ponente ligure e così divenni dirigente. Mi dispiace che un gioco così bello sia quasi totalmente scomparso, perché fa parte delle nostre radici  tradizioni”. Per la sua attività sportiva nella pallapugno Veziano ricevette negli anni diversi riconoscimenti: è stato infatti premiato con una targa Coni e Fipe dal Comitato provinciale di Imperia per “aver trascorso una vita per il pallone elastico”. Nel 2008 ricevette una targa anche dal Comune di Isolabona e un’altra dal Coni. Infine un’ultima targa gli venne consegnata nel 2011 in occasione degli Oscar dello Sport.

Giuseppe Veziano ha fatto tante cose nella sua vita, è un falegname, pratica la caccia e va a funghi, ama anche il tennis e il Torino, oltre al calcio, pallapugno e ciclismo, ma non ha mai avuto rimpianti: “Ho avuto tutto: una moglie splendida, due figlie e nipotini meravigliosi e ho fatto ciò che amavo. Ora diventato bisnonno sono ancora più contento. Auspico di vivere ancora qualche anno per continuare a seguire le mie passioni e per stare con la mia famiglia. Inoltre spero di essere ricordato come una persona che ha fatto molte cose con grande passione, dedizione e onestà a prescindere dai risultati”.

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