Carlo Balocco ha vinto in carriera due soli scudetti (1982 e ’85 a Santo Stefano Belbo), ma avrebbe potuto conquistarne molti di più se non si fosse concesso a volte al «piacere» di «piacere».
Un esteta del gioco, il gesto in battuta tra i più eleganti e raffinati che si siano mai visti. Ora che l’orologio dell’anagrafe ha ormai virato intorno ai sessanta anni, è sempre tra i più assidui spettatori delle grandi sfide. C’era, ovviamente, anche a Castagnole Lanze.
Balocco, che cosa si può dire della rivalità Vacchetto-Campagno?
«Bel duello, ma Vacchetto è più completo».
Perchè?
«Lui ha tutti i “colpi” come si dice: ricorda nel fisico e nelle tempistiche un altro grandissimo Massimo, Berruti, uno dei rivali della mia epoca segnata dal duello tra Berruti e Bertola».
E Campagno?
«Gran bell’atleta, potentissimo e prestante. Quando è in forma sono dolori per tutti, anche per Vacchetto. Una rivalità che non può che far bene alla pallapugno».
Il campionato?
«E’ affare loro, di questi due campioni. Poi ci sono altri due campionati: quello di Raviola, che sta in mezzo, ma non è all’altezza dei primi due e gli altri che lottano per un posto al sole nei playoff. Bei duelli, ma Vacchetto-Campagno è un’altra cosa».