Vacchetto, il gran rilancio del “numero uno”. Magica serata castagnolese tra vip e campioni

Pallapugno: battuto 11-4 il cuneese Raviola. Max Vacchetto riabbraccia Yehia El Kara

Massimo Vacchetto ha dissipato i dubbi sulla sua tenuta fisica (crampi) dopo il ko di Canale con Campagno e ha ripreso la corsa nell’ultima di andata della A pallonistica, battendo nettamente (11-4) con la sua Araldica il cuneese Federico Raviola. Una notazione tecnica s’impone sulla partita di mercoledì sera: Vacchetto ha badato soprattutto a «sentire» i segnali del suo fisico, in attesa di capire dagli accertamenti a cui si sta sottoponendo la causa di questi crampi che ogni tanto ne condizionano il rendimento, ma l’atleta è sembrato più che integro (sorvolando sulla classe, che è talmente cristallina da non meritare neppure citazioni particolari). Sull’altro fronte, Raviola (superato già in casa da Campagno) ha confermato di dover ancora colmare il gap per giocarsela alla pari con i due fenomeni, ma non va sottovalutato: il ragazzo è intelligente, molto serio e devoto alla «causa» del pallone e mostra di possedere doti atletiche coltivate con preparazione certosina. Non deve demoralizzarsi e continuare, con ostinazione, a seguire il percorso tracciato. Lo sa anche il padre Ezio, che lo ha seguito silenzioso in tribuna, evitando ogni possibile «interferenza», con un stile che gli fa onore.

In tribuna
Sugli spalti (pubblico numeroso ma non troppo) c’erano anche i «canalesi»: il notaio Vincenzo Toppino, il ds Ernesto Sacco, Campagno con moglie e figlioletta dagli splendidi boccoletti biondi. E il patron Araldica, Claudio Manera, con la figlia. Più «ciarlieri» i primi (Toppino e Sacco) protagonisti di quel bell’episodio di fair play a Canale (quando hanno chiesto il time out per consentire i soccorsi a Vacchetto), sorridente Manera. Tra loro due grandi ex come Carlo Balocco, indimenticato e indimenticabile «stilista» della battuta e Italone Gola, il «baffo» più ruggente del balòn.

Il ritorno di Yehia
E poi Yehia El Kara, 35 anni, il terzino di origine libanese Tricolore 2016 con l’Araldica, che ha riabbracciato i compagni: ora vive e lavora a Dubai, dove fa l’imprenditore (comparto gelati). Parla perfettamente il dialetto piemontese, oltre all’italiano, inglese e arabo. Ha voluto salutare i tifosi indossando un tipico «caffettano» in uso nei paesi islamici. È un tipo «sveglio», spiritoso ed è la dimostrazione che non ci sono barriere laddove c’è intelligenza. Una serata a suo modo magica, nella brezza dell’estate castagnolese, tra toast, salumi e una deliziosa insalata russa servita con gentilezza antica al bar dello sferisterio. Val la pena tornarci. 

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