Nizza ricorda Pino Morino il “gigante buono” del balòn

Sono passati 17 anni. Sembra ieri. Si dice sempre così quando si vuole ricordare qualcuno che ci è caro ed è «andato avanti», come amava ripetere Franco Piccinelli, uno dei cantori del balòn.

Ma, quando si parla di Pino Morino, il «gigante buono» degli sferisteri, scomparso a 66 anni, nel maggio del 1999, ci si accorge che è veramente così. Pino, a cui Nizza ha saggiamente dedicato il suo tempio sportivo, il «Palamorino», vive nei racconti di chi ha avuto il privilegio di conoscerlo e di attraversare con lui un pezzo di strada e magari anche di incrociarlo come giocatore, atleta polivalente, ma, soprattutto, come affabulatore, «docente emerito» di pubbliche relazioni. Lui, che non aveva lauree e, anzi, aveva presto interrotto il rapporto con il mondo degli studi, divenne uno straordinario «comunicatore», capace di rendere familiare e intrigante il mondo del balòn anche a chi non sapeva neppure che cosa fossero un’«intra» o una «caccia». Come se tra questi borghi agrestici fosse una Wimbledon da strapaese. Era un contadino d’altri tempi, uno che conosceva tutti sulle colline di Langa e Monferrato, ma anche oltre, fino al Bergamasco e al Bresciano, dove aveva misteriosamente saputo riannodare antichi legami enoico-sferistici. Barbera e balòn, a volontà, senza mai rinunciare a una cena, un incontro, una sfida. E capace di inventarsi quella straordinaria, struggente «passeggiata della memoria» dedicata ai campioni scomparsi: una rosa rossa su ogni tomba, anche nei cimiteri più sperduti sui bricchi o tra i contrafforti dell’Appenino. E sabato lo ricorderanno in tanti, prima a messa a Nizza e poi con un pranzo nella sua «Cascina Pola», sulla collina per Acqui, dove Pino si addormentò per l’ultima volta in quel giorno di maggio del 1999. Anniversario speciale Un anniversario che chi ha amato questo campione di umanità non riesce a dimenticare. E le care, adorate sorelle di Pino, Piera e Marisa, ne alimentano commoventi il mito, sicure che gli anni non confondono il ricordo. Tra gli invitati tanti volti noti: dagli «eterni rivali» Massimo Berruti e Felice Bertola, ad Aldo «Cerot» Marello a tanti altri, per celebrare quest’anno,anche un altro protagonista di questo piccolo mondo antico, il dirigente monregalese Rinaldo Muratore che è «andato avanti» a sua volta. Così, nel tempo dell’uva tenera e del grano maturo, da lassù, a Cascina Pola, Pino, il grande Pino, sorride ancora ai suoi amici di sempre. È stato un campione, anzi un fuoriclasse di umanità. E nessuno può pensare che non ci sia più.

Cerot Marello: “E’ stato il miglior ambasciatore di questo sport”

Credo di aver scritto molto sul personaggio Pino Morino in questo ultimo periodo cercando in qualche modo di ripercorrere un pezzo di storia con questo eccezionale “show man” che aveva fatto della pallapugno il suo divertimento preferito dopo l’abbandono delle prestazioni atletiche che gli avevano già dato fama e popolarità. Ma è chiaro come il suo nome sarà sempre ricordato come “il missionario del balun” disciplina alla quale ha dedicato amore e dedizione incondizionati. E ancora una volta le sorelle Marisa e Piera ed i famigliari vogliono ricordare Pino nel modo migliore con un raduno di amici presso la Cascina Pola, qualche centinaio di metri poco fuori Nizza Monferrato, prima che la strada si inerpichi verso le splendide colline dell’acquese,coperte di splendidi vigneti, disegnati come dipinti nella loro perfezione da uno spassionato ed estroso pittore “naif”. Quest’anno mancherà per la prima volta un altro dei suoi grandi amici, quel Rinaldo Muratore, a lui legato da una proverbiale e sana passione pallonistica, che ha raggiunto nel mondo dei più Franco Piccinelli, Presidentissimo per molti anni della Federazione, “Cichin” Gioetti e Franco Balestra, conosciuti per la loro fama anche da quegli sportivi che raramente frequentano gli sferisteri.Di conseguenza viene spontaneo il ricordo dell’amico fraterno ed atleta Augusto Manzo, il “più grande” per eccellenza. Prima del pranzo conviviale ci sarà la Santa Messa ed ancora non si sa per certo se sarà presente l’amico/officiante Mons. Pistone, sempre impegnatissimo per i suoi innumerevoli e pressanti impegni umanitari. Gli altri amici, sopratutto quelli della Pallapugno, sono stati sempre vicini a Pino e ancora oggi, dopo tanti anni dalla sua dipartita lo ricorderanno con rinnovata stima affetto che, in questo caso, non sono parole di convenienza come spesso succede, ma una vera e propria testimonianza di affetto nei confronti del “gigante buono”, soprannome con il quale era conosciuto in tutti i “paesi” del balun perfettamente cucito sul suo personaggio. Il suo estro e la sua fantasia lo portavano a cercare continuamente nuovi spazi per esibizioni sia su sferisteri conosciuti ma anche in certe zone dove la febbre per il pallone si era attenuato, o quasi spenta. In molti casi bastò accendere un fiammifero per provocare un incendio di rinascita sportiva. Come sempre sarà presente Giorgio Chiarle, infaticabile promotore della manifestazione che curerà con la Sua Proloco di Bazzana la parte gastronomica della vicenda, sperando nella partecipazione di Pino, almeno in spirito, alla gioia dei presenti, proprio nel modo come avrebbe voluto lui.

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