Giovanni Gambaruto, un campione da rivalutare

GAMBARUTO GIOVANNI, detto " Gianni Palla Luna ", classe 1937, nativo di Portacomaro.

Insieme ad Angelo Cordioli, monumentale battitore del Quaderni, Armando Pentore di Castell'Alfero ed al compaesano Celestino Ponzone viene considerato uno dei più grandi battitori della seconda metà del secolo scorso, ma  nonostante ciò, dei quattro Gambaruto purtroppo è quello che meno appare nei libri di storia della sferistica.

Figlio del sacrestano di Portacomaro, cresciuto sportivamente in un paese che nell'anteguerra era  uno dei vivai più fertili  del panorama sferistico nazionale , Gambaruto assiste in infanzia al definitivo tramonto del bracciale piccolo piemontese  ed  all'insorgere di Pallone Elastico  e  Tamburello , a quel tempo confinati in Tornei fra paesi nei giorni festivi. Nel 1958 l'ingegner Ronca , presidente della Cral Eternit Casale , lo tessera per la sua società , una delle poche della zona a partecipare ai campionati federali  e l'anno successivo ( 1959 )  il Casale con Gambaruto, Ronca e Pinot Ferrero si classifica secondo nelle finali del Campionato Italiano Liberi, alle spalle del Fumane e precedendo nell'ordine Aldeno, Bottanucco e Catania.

Il gioco ad alto livello non sembra affascinarlo piu del dovuto quel giovane che, in preda alla passione per il gioco di piazza, cambia gioco, diventando così uno dei protagonisti del Campionato del Monferrato di Pallone Elastico, unico campionato sportivo sferistico in piedi nella zona all'epoca.

Nel 1960 viene ingaggiato come battitore dal Montemagno , nel 1961 invece vince il Torneo con la maglia del Viarigi . Nell'inverno dello stesso anno, in coppia con l'amico Carlo Verrua, viene ingaggiato dall'impresario dello Sferisterio di Napoli, dove i due diventano professionisti di Pelota Italiana.

Tornato in patria continua ad esibirsi con il tamburello in tornei di paese indossando le maglie di Portacomaro, Scurzolengo, Calliano e Codana.

Nel 1966 ritorna all'attività ufficiale, partecipando al secondo Torneo del Monferrato, evento epocale che in poco tempo era riuscito a risvegliare l'interesse degli abitanti dei paesi monferrini. Il Portacomaro ( Celestino ed Edoardo Ponzone, Gambaruto, Franco Capusso, Verrua ), esordiente nel torneo, si classifica secondo dopo aver perso la finale contro il Murisengo 19-16.

La rivincita dei biancoverdi arriva comunque in fretta, durante la Festa di San Bartolomeo dello stesso anno Pinot Ferrero, capitano del Murisengo, Marino Marzocchi ( Mara ) e Antonio Cagna, all'epoca tra i migliori giocatori italiani in circolazione, vengono ospitati a Portacomaro per una settimana.  Dopo interminabili sfide a soldi, vinte dai portacomaresi, perdono addirittura un Fiat 1100 nuovo ...

Nel 1967 il Montechiaro offre a Gambaruto un ingaggio da 700mila lire, ma lui rifiuta a favore della squadra di casa che gli offriva materialmente soltanto due palette. In quei tempi era capace di battere la pallina fino a 130 metri, e  con la limitazione  dei campi la sua misura di battuta si fissava costantemente sui 100 metri, alzando quindi  ulteriormente la parabola della pallina, che poi all'improvviso precipitava a strapiombo, mettendo in difficoltà il fior fiore dei rimettitori dell'epoca. Fu allora che Carlin Verrua battezzò quella battuta con il nome di "Palla Luna".

L'anno successivo il Torneo viene inglobato nella massima divisione nazionale, così nel 1968 Gambaruto esordisce in serie A  con la maglia del Portacomaro. Nel 1969 passa al Grazzano, sempre in serie A.

L'anno successivo l'utilizzo dei campi a muro viene proibito e di conseguenza Gambaruto e tanti altri specialisti indigeni del gioco sotto i bastioni spariscono dal Torneo del Monferrato, favorendo l'ingresso di molti giocatori lombardo-veneti.

Probabilmente l'eccessivo progresso in pochi anni del tamburello non era riuscito ad inghiottire un personaggio all'antica , che durante le gare era solito dialogare con i tifosi  nei cambi campo e che  ai remunerativi ingaggi preferiva le merende sinoire , insomma a Gambaruto il tamburello di plastica,i pantaloni corti e i mercenari da piazza non erano entrati in testa, evidentemente non è tanto ricordato anche per questo.

Terminata la carriera agonistica negli anni a seguire fu sempre presente ai bordi di Piazza Marconi, seduto sotto al segnapunti, quasi come se quel posto gli fosse riservato. Era un personaggio di compagnia, ricordava sovente le sue imprese di gioventù, e seppur consapevole di aver sconfitto tutti i grandi campioni dell'epoca non lo faceva pesare agli altri. Insieme ai Durando, a Daccà, Bonzano, Delrivo, Tabacchi e a tanti altri ammirevoli volontari è riuscito a tramandare la passione per il gioco ai giovani del paese, che oggi tengono in vita questa  tradizione nel paese di Portacomaro .

Giovanni Gambaruto è deceduto agli inizi di Marzo dell'anno 2008, all'età di 71 anni. Gianni, Palla Luna oppure semplicemente il figlio del sacrestano che aveva la sua visione laica del tambass .

PORTACOMARO 1966. Ponzone C., Verrua, Gambaruto, Ponzone E., Capusso

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