LE STORIE DEI BRESCIANI VINCENTI.
DANTE ONGARO
Quando si devono misurare i grandi campioni bisogna fare i conti con i calzoni lunghi forse più famosi di tutta la storia del tamburello italiano. Questi calzoni bianchi erano voluminosi, certamente non confezionati negli ateliers parigini o londinesi. Appartenevano ad uno dei più valorosi battitori di tutti i tempi: Dante Ongaro, il bresciano, la disperazione di tutte le squadre avversarie. Dante aveva nascoste negli ampi calzoni bianchi due gambe capaci di issarlo in cielo per produrre la sua famosa battuta in salto. Erano gli anni del tamburello romantico, anni in cui i grandi campioni venivano portati in trionfo come i santi in Sicilia. Dante è stato uno dei più forti rappresentanti del tamburello bresciano. Atleta dalla corporatura apparentemente minuta, ma dai muscoli poderosi e dai nervi saldissimi, giocava indifferentemente alla battuta ed alla rimessa. Affrontava ogni partita con grinta e determinazione, esprimendosi sempre ai massimi livelli ed svolgendo un ruolo da protagonista in ogni partita. Comincia a giocare a 10 anni sul campo comunale di Capriano, per poi trasferirsi a Poncarale quando il campo di Capriano venne chiuso. A 15 anni entra nella prima squadra, la squadra Morari, con Dante Tinti, Bernardo e Paolo Tebaldini e Pasquale Lazzari, compagine in cui milita per ben 10 anni. Prima della sua partenza per il servizio militare, entra in gioco la FIAT che gli fa una corte serratissima per poterlo reclutare nella sua squadra a Torino. La grande occasione a cui tutti gli italiani dell’epoca ambivano: un posto di lavoro alla FIAT. Il colpo di fulmine tra i torinesi ed il nostro campione scocca durante una partita allo sferisterio di Travagliato. Segue un lunghissimo scambio epistolare, con i torinesi che riescono a portare Dante in Piemonte appena concluso il servizio militare. Vi rimane però solo il tempo di un fine settimana. Dopo tre soli tre giorni decide che quello non è il posto che fa per lui e ritorna tra le sue amate colline, soprattutto dalla sua Maria, che sposa nel 1961. Da quel momento la sua carriera prende il volo. A beneficiare della sua esplosione è dapprima il Flero, con cui vince due scudetti di serie B, poi il Moncalvo ( di cui parleremo in seguito), il Medole, il Guzzanica, il Ponti sul Mincio e il Castelgoffredo. La sua carriera, nella quale figurano anche alcune presenze in nazionale, si conclude con la Botti Capriano nel 1976 a causa di un infarto che lo colpisce durante quella stagione. Ma torniamo a Moncalvo. Dante si trovava a giocare una partita presso l’antistadio di Brescia. Spettatori interessati di quel match furono alcuni dirigenti piemontesi che lo ingaggiarono e lo portarono sotto i bastioni. L’esperienza monferrina fu di breve durata, ma consegnò Ongaro alla storia. Ancora oggi a Moncalvo è vivo il ricordo dello “straniero” che fece sognare tutto il paese con le sue magistrali battute in salto. Atleta portato per tutti gli sport, fu anche un centrocampista di spessore, tanto da suscitare l'interesse del Brescia. Spesso veniva portato in spalla dagli avversari vincitori, che lo stimavano e ne riconoscevano il valore. Con il suo grande talento, Dante avrebbe certamente meritato una carriera più ricca e prestigiosa, ma ciò non gli ha impedito di entrare di diritto nell’olimpo dei più grandi campioni di tutti i tempi.
Dante Ongaro
Nato a Capriano Azzano il 22-02-1935
Squadre in cui ha militato: Morari Capriano – Flero – Moncalvo – Medole – Guzzanica – Castellana – Ponti sul Mincio – Botti Capriano
Palmares : 2 Scudetti di serie B con il Flero – 4 presenze in nazionale