Intervista a Nada Vallone segretaria generale della Fipt

La fine del quadriennio olimpico si sta avvicinando. Abbiamo fatto alcune considerazioni con la segretaria della federazione Nada Vallone, persona che conosce bene la Federazione e le sue problematiche.

Si sta per concludere un quadriennio, caratterizzato da numerosi problemi. In questi anni, la Fipt ha subito da parte del Coni un netto taglio di contributi. Come si procederà in futuro? C'è la possibilità di nuove forme di contributi? E' doveroso tagliare alcune spese e in caso quali?

E’ difficile sintetizzare. Faccio comunque una precisazione che ritengo opportuna. Lo stanziamento del Coni per le Discipline Sportive Associate è rimasto invariato negli ultimi anni. Il CONI non ha tagliato "direttamente" i fondi alla FIPT. A modificare drasticamente l'entità del contributo, in una progressiva riduzione "a scalare", e dunque in una morsa sempre più stringente, dal 2012 ad oggi, è stata l'approvazione nel 2011 della modifica - proposta dalle stesse DSA al CONI - dei criteri e dei parametri per la sua ripartizione.

Il Consiglio Federale ha conseguentemente ridotto le proprie uscite e cercato di aumentare le entrate, organizzando anche una lotteria. E sarà ancora compito del Consiglio definire le linee d’indirizzo programmatico, che troveranno nella redazione del bilancio preventivo federale la loro trasposizione. Il "come" quindi lo vedremo più in là, certamente sarebbe auspicabile attivare canali alternativi per il reperimento delle risorse economiche.

Quest'anno ci sono state diverse modifiche, la serie B sia maschile sia femminile è passata da due gironi a un girone unico, la serie A femminile è passata da sei a otto squadre? Ritieni che tutto questo possa portare dei vantaggi al gioco del tamburello?

Ritengo che il girone unico renda meglio l'idea dell'organicità, della struttura di un "Campionato Nazionale Federale". Trovo che sia un aspetto positivo, anche se per contro questo potrebbe aver comportato un aumento delle spese delle trasferte per le società. Ma la sfida, la "vision" per una "mission (quasi) impossible", credo stia nel fare in modo di dare ancora più ampio respiro al termine "Nazionale".

Si dice spesso tamburello sport minore, secondo te cosa dovrà fare la federazione nei prossimi anni per far crescere la disciplina?

Il tamburello ha delle potenzialità enormi. La specialità open è una realtà da tutelare e rinsaldare, pena il rischio di avere sempre meno società, ma le altre specialità, dal muro all'indoor al tambeach, oltre a modalità di gioco non ancora ufficialmente "codificate", rappresentano delle "opportunità" di crescita e sviluppo, a mio parere sottostimate. Sia chiaro, per non dare adito ad equivoci il tamburello open è "il tamburello" per eccellenza e compito della Federazione è quello di garantire il regolare svolgimento dei campionati, così come la sua promozione e l'aumento della pratica, ma bisogna avere il coraggio di credere nella forza delle idee, che tornerebbero comunque a vantaggio e a supporto dello stesso.

Oggi come oggi, la durata delle partite non è ben precisa. Un incontro può durare anche cinque ore, secondo te non sarebbe opportuno trovare un modo per avere partite più brevi?

Come valuti queste idee, introduzione di una durata come avviene anche nel calcio, portare i giochi finali che danno la vittoria da 13 a 11 o a 10

E' una questione sulla quale si potrebbe certamente discutere a lungo. Alcuni incontri effettivamente arrivano al 13° gioco dopo 4 ore e mezza, o anche più. E’ decisamente troppo per chi è in campo e fuori. Tante federazioni hanno modificato le proprie regole di gioco, per un motivo o per l'altro, qualcuna anche per esigenze televisive. Noi al momento non abbiamo passaggi così frequenti e costanti in televisione, ma - indipendentemente da questo la questione ci riguarda da vicino. Tra le due idee –proposte, vedrei meglio la definizione di tempi di gioco, ma la formula andrebbe studiata bene. Bisognerebbe prendere in considerazione tutti i possibili "se" e  "ma", tutte le casistiche, nonché le strategie tattiche, che si potrebbero presentare.

A proposito di punteggi e risultati, discuterò a breve alla Scuola dello Sport del CONI un “project work” che sto realizzando inerente "Sport e comunicazione, comunicare lo sport" e che sottoporrò al Consiglio Federale. Entro un paio di mesi farò sapere di cosa si tratta. Per ora, posso dire solo che è un progetto, mentre il futuro si vedrà al momento è un’incognita.

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