SAN PIETRO IN CARIANO (VR). Il defibrillatore sui campi di calcio e tamburello
La finale della Coppa Italia di serie di A di tamburello, che si è giocata sullo sferisterio di San Pietro in Cariano, per la cronaca vinta dal Cavaion Monte sul Castellaro per 13 a 10, è stata l’occasione per la consegna ufficiale del nuovo defibrillatore alle società Valpolicella 2001 di tamburello e Valpolicella Calcio. Lo strumento, collocato all’esterno degli spogliatoi, è stato messo a disposizione in comodato d’uso gratuito dal Gruppo alpini di San Pietro in Cariano-Gargagnago, in collaborazione con la sezione veronese dell’Associazione italiana soccorritori. La consegna ai dirigenti delle due società sportive, è avvenuta per mano del presidente dell’associazione Fabio Debortoli, alla presenza dell’as- sessore provinciale allo sport Mauro Carradori, dei sindaci di Cavaion, Sabrina Tramonte e di San Pietro, Giorgio Accordini. «Speriamo che non debba mai servire», commenta Carradori, «ma è uno strumento che può fare la differenza tra la vita e la morte, soprattutto in un luogo dove si pratica sport. Ringrazio gli alpini, sempre molto presenti e sensibili ai bisogni della gente». «La consegna del defibrillatore da parte delle penne nere», aggiunge, «avvalora ulterioremente il loro impegno sociale e la loro disponibilità nei confronti della comunità». Claudio Mascanzoni, presidente del gruppo alpini locale, sottolinea: «Dicono di noi che beviamo volentieri un bicchiere di vino, ma abbiamo anche dimostrato di essere attenti a quanto succede nella comunità e, dove possiamo fare qualcosa di buono e di utile, non ci tiriamo mai indietro». Per Fabio Debortoli a San Pietro c’è ora una ulteriore strumento utile a salvare una vita. «Per l’Associazione italiana soccorritori», sottolinea il presidente, «è sempre un piacere collaborare con le realtà sociali locali, come il Gruppo alpini carianese, che spendono il loro tempo per gli altri. Speriamo che questo nuovo apparecchio che abbiamo collocato in zona, sia di stimolo per tanti cittadini, a partecipare ad uno dei tanti corsi che organizziamo, della durata di cinque ore al massimo, per apprendere e mettere in pratica le semplici nozioni che possono essere determinati per salvare chi viene colpito da un evento cardiaco. Dobbiamo ricordare infatti, che il defibrillatore non serve a nulla, se entro i primi quattro minuti qualcuno non inizia la rianimazione cardio polmonare sulla persona colpita».
fonte Gianfranco Riolfi (L'Arena)