Il ricordo di Franco Calosso

dall'archivio di Riccardo Dellavalle questa foto scattata in Francia a Balaruc in un incontro degli anni sessanta dove c'è Franco Calosso insieme ad altri fenomeni franco italiani  come Helian Coste e Pinot Ferrero. "Se noi abbiamo giocato e se ancora adesso si gioca è merito soprattutto loro" chiosa il fuoriclasse chiusanese.

FRANCO CALOSSO classe 1929 campione di Castell'Alfero funerale (domani) sabato alle 10:30

Carlo Cerrato Franco Calosso, l'ultimo dei grandi del tamburello eroico del secondo dopoguerra. Classe 1929, era di Castell'Alfero. Campione d'Italia a Torino con il Gruppo Sportivo Fiat, primi anni Sessanta, protagonista in Monferrato della rinascita di uno sport antico partita da Murisengo e dalla val Cerrina grazie al dottor Bonasso ed a Pericle Lavazza, il fondatore dell'impero del caffè. Campione gentiluomo, elegante, schivo, silenzioso. Se avesse giocato a calcio sarebbe stato un numero dieci. Elegante polo azzurra con scudetto tricolore, pantaloni lunghi immacolati come si usava allora. Con lui Tino Ponzone, Ercole Rasero, Armando Pentore, Carlinu Verrua "il Mancino", Mara, Cagna, Bovi, Aldo "Canunat",l'altro Calosso...Buon viaggio Campione.

Aldo "Cerot" Marello Il giocatore più elegante del tamburello e uno stile, sopratutto in battuta con la tamburina, difficilmente imitabile. Gentile e cortese come pochi ha dato lustro al tambass d' "antan" mettendo la sua esperienza al servizio di tanti giovani che proprio da Lui hanno imparato i rudimenti dello splendido sport del "tamburello". Felice di averlo avuto come amico sincero e come mito da imitare. La foto lo vede in veste di Capitano durante un incontro in quel di Codana contro Francia nel 1968, anno della ripresa dei rapporti dopo lunghi anni di silenzio. Ciao Franco

Beppe Bonanate Un Campione e un esempio per noi giovani (al tempo) che iniziavamo a giocare al tamburello. Grande Franco

Giorgio Ballarini Ricordo i racconti di mio padre che lodava questo giocatore, le ritrovo oggi nelle parole di Aldo Marello e Beppe Bonanate. Un'altro pezzo da 90 che è andato avanti. Riposi in pace. Condoglianze ai famigliari.

Iacopo Leva  Ciao Franco.

Ho pensato molto a che foto mettere per ricordarti. Sicuramente con un tamburello in mano sarebbe stato l'ideale, ma poi eccola...
Questa è quella che più mi piace.
Giovane tra i giovani alferesi in un pomeriggio di calda estate per celebrare la festa del paese.
Paese a cui hai dato tanto, hai dato gloria e goia con le tue partite epiche.
Nelle affascinanti e molte volte accese discussioni sferistiche , sulla panchine di piazza castello, la domenica mattina, quando si parla di giocatori, chiunque sia l'interlocutore si conclude dicendo:
beh ma Calos l'era al pi fort... E poi un bel bicchiere di vino e si conclude in pace! perché sul vino e su Franco Calosso non si discute. Il primo è indiscutibilmente buono da bere mentre Franco è stato indiscutibilmente il più forte, con buona pace di tutti gli altri...
Quasi un rito sacro quello di ricordare Franco Calosso ancora oggi, simbolo di un orgoglio locale, quasi come un mito fatto di forza, tecnica, astuzia e di una umanità fuori dal comune.
Quando nei periodi estivi tornavi a godere della frescusa alferese non mancavi mai a una partita sul tuo amato muraglione, giocasse chiunque, forte, scarso ma sopratutto se intuivi la gioventù dei tamburellisti non volevi mancare, a costo di far arrabbiare la Nilde che magari aveva altri programmi...
Sempre pronto alla battuta, sempre pronto a un saluto e due parole, col tuo sorriso contagioso e rassicurante.
Il perché di questa foto?
Anche noi giovani possiamo vantare di aver giocato con te, si proprio in questa occasione.
Per dare il via a questa partita hai voluto esserci tu, ti sei fatto dare un tamburello, sei andato dentro l'area di battuta, hai preso una pallina e battuto...
Poco importa se eri un allegro ottantenne, poco importa se non indossavi una divisa tamburellistica e le tue scarpe fossero dei morbidi mocassini, poco importa se la palla ha passato o no la linea di metà campo.
Importa che anche noi, all'epoca giovani potremmo dire a tutti con orgoglio, tipico alferese, di aver giocato con il mitico Franco Calosso, re indiscusso e indiscutibile del tamburello.
Ah concludo, come si concludono gran parte delle discussioni in stile alferese, dicendo che ne abbiam visti di forti, ma fermi tutti, Franco Calosso é stato il più forte... Venite a chiedere, se non ci credete, sulle panchine di piazza Castello a Castell'Alfero.
Fai buon viaggio amico Franco.
Un grande abbraccio alla Nilde.

 

 

 

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