Da Tonco a tutto il Nord Ovest. Ogni anno oltre 600 capponi “bio”

la famiglia Artuffo nel tamburello è l'anima e cuore di Asd Casa Paletti

azienda avicola Il Tonchese. 

“Oltre trent’anni fa abbiamo fatto una scelta: produrre carne bianca in modo naturale”

Sessanta ettari di seminativi, piante da frutto, erbe medicinali. Tutto all’insegna del biologico. L’azienda avicola «Il Tonchese» a Casa Paletti, piccola frazione di Tonco, è un’oasi nel verde. Galli e gallinelle, capponi e faraone razzolano liberi nei parchi a loro riservati. Come a scuola, ogni età ha la sua classe, una generosa area dedicata al coperto ma soprattutto all’aperto: «Ogni animale ha spazi molto più ampi di quanto imposto da ogni norma di legge – spiega Renzo Artuffo che guida l’azienda di famiglia con passione e cura per la qualità – più di 30 anni fa abbiamo fatto una scelta: produrre carni bianche nel modo più naturale possibile, rispettando i tempi di crescita degli animali, con l’alimentazione prodotta da noi in campi biologici a mais, grano, soia, erba medica e girasole. I nostri cereali totalmente privi di organismi geneticamente modificati. Il benessere degli animali e la sostenibilità ambientale della produzione sono i nostri punti fermi». Per dare sollievo agli animali in estate e nutrirli con la frutta fresca, negli anni, sono stati messi a dimora un migliaio di alberi da frutta: «Abbiamo prugne e tante varietà di ciliegie di cui le gallinelle sono ghiottissime». Tra aprile e maggio il paesaggio attorno all’azienda agricola si trasforma in uno scorcio di Giappone: nuvole e prati di fiori bianchi e rosa, con migliaia di pennuti che si fanno il becco viola per le scorpacciate di duroni. Il momento conclusivo di questo programma è la produzione di carni bianche di qualità superiore, riconoscibili sotto l’unica denominazione di «Tonchese». Il ciclo si chiude con la macellazione in proprio. In queste settimane il protagonista assoluto è il cappone che proviene dalla stessa selezione genetica di galli e gallinelle (a collo nudo). Vive insieme agli altri pulcini fino a 25-30 giorni, poi la castrazione: «Noi la pratichiamo in modo chirurgico, senza alcun uso di componenti chimici – spiega Artuffo – da quel momento il cappone vive in ambienti separati. Gli spazi esterni sono infatti di circa 8 metri quadrati per animale ed anche nei ricoveri ciascuno di essi avrà uno spazio doppio rispetto a galli e gallinelle». Il cappone Tonchese viene allevato per non meno di otto mesi, negli ultimi mesi il pasto naturale è arricchito con una miscela a base di noci. La produzione annuale è di 600-700 capi: «Abbiamo clienti fissi nel Nord Ovest ed anche in Emilia, sono macellerie, ristoratori e privati – prosegue il titolare del Tonchese – un tempo le prenotazioni si facevano a maggio, ora arrivano ordini anche alla vigilia di Natale. Se possiamo accontentiamo tutti, con le spedizioni veloci, le carni arrivano in sicurezza anche a migliaia di chilometri». L’azienda ha scelto la strada della qualità rispetto alla quantità: «Facciamo, da sempre quello che mangiamo –sintetizza Artuffo – carni sicure, di qualità che danno piacere al palato». L’azienda ha cinque dipendenti, al fianco di Renzo c’è la moglie Grazia ex insegnante «il mio braccio amministrativo, la persona che mi tiene con i piedi per terra», scherza Renzo. Il figlio Paolo e la moglie Valentina. Oltre alle carni e alle uova, si trovano le specialità fatte in casa come gli agnolotti e il ragù alle carni bianche e le marmellate di ciliegie. Negli ultimi anni l’azienda si è dedicata anche alle erbe medicali: 15 ettari in campo e spazi dedicati per l’essicazione e la macinazione. Il prodotto va ad un’azienda tedesca leader nel settore dell’erboristeria e della medicina naturale. —

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