La giusta strada dei “vini autoctoni”. Le sfide vinte dalla Sulin di Grazzano

L’azienda della famiglia Fracchia (con Vittorio, il campione di tamburello) ha ottenuto i Tre Bicchieri del Gambero Rosso.

Fabio Fracchia: il clima ci ha aiutato da luglio a settembre e anche nella raccolta, che è stata la più lineare di sempre

Una vendemmia iniziata con un quesito di chimica e finita con «Tre Bicchieri» all’azienda agricola «Sulin» sulla collina Madonna dei Monti.

Con le uve tutte a riposare in cantina è giunto il riconoscimento, il primo per i fratelli Mauro e Fabio Fracchia, assegnato da Gambero Rosso al Grignolino del Monferrato Casalese 2020. «Un premio che rappresenta un punto di partenza. Stimolo per fare meglio e che puntare sui vini autoctoni è la giusta strada», dice Fabio Fracchia, enologo nonché ideatore delle t-shirt che ogni anno vengono distribuite a tutti i vendemmiatori. Quella targata 2021 era caratterizzata da un piccolo rebus «enologico» facilmente risolvibile da chi conosce le formule chimiche. Infatti la raccolta dei grappoli non è solo lavoro ma condivisione da «Sulin» e pure il look merita attenzione. «Maglietta da indossare oppure collezionare», chiosa Fabio Fracchia, alla personale vendemmia numero 33. Qualcuna di più per il fratello maggiore Mauro. Ma sono ventuno quelle condivise con «Sulin» nata nel 2020. È solo alla sesta vendemmia invece Vittorio Fracchia, figlio di Mauro, che ha collezionato ben più titoli nel tamburello di cui è campione seguendo la passione di famiglia iniziata da nonno Adriano. Tra i filari grazzanesi lavoratori stagionali, collaboratori affezionati e famigliari a cui quest’anno si è aggiunto uno stagista torinese, universitario ad Enologia nella sede di Alba alla prima vendemmia sul campo. «Se la quantità non è stata abbondante la qualità è ottima. Fortunatamente il clima da luglio a settembre ci ha aiutato ed anche nella raccolta penso che sia stata la più lineare di sempre. Colori e profumi sono quelli per dare vini di alto livello. Le aspettative migliori per provare a confermare i “Tre Bicchieri” ». Ma la vendemmia 2021 segna la prima raccolta del Baratuciat nell’ettaro messo a dimora, uva antica piemontese su cui «Sulin» scommette fedele alla valorizzazione degli autoctoni. Ne è conferma la recente uscita di «Tambass» etichetta di Slarina con la prima annata del 2019. Il titolo richiama gli antichi giochi sferistici, come lo è il Grignolino storico Monferace battezzato «Brasal». «Varietà che rischiavano l’estinzione, le ricerche ed analisi condotte assicurano certezze sulla qualità del prodotto ed il mercato sta sempre più apprezzando le cru» aggiungono da «Sulin».

Un’azienda che conta venti ettari vitati col maggior numero di bottiglie di Malvasia di Casorzo, per la quasi totalità esportata negli Usa. Poi Barbera nelle varie tipologie, Grignolino, Chardonnay e lo spumante con «Naufragar» (da Chardonnay e Pinot Grigio) risposta monferrina al Franciacorta. «Crediamo nelle bollicine ed in futuro pure il Baratuciat potrà contare su una versione metodo classico» anticipa Fabio Fracchia. «Sulin» guarda anche all’ambiente, aderendo al progetto VignEtico che, con diversi accorgimenti, permette di ottenere il minor impatto possibile sull’equilibrio naturale. Ad esempio l’acqua dei trattamenti proviene dalla sciacquatura delle bottiglie nuove. Trattamenti con prodotti a basso impatto e, grazie a una centralina meteo, contenuti nel numero.

PREMI

Il miglior Grignolino è tutto sulla collina cara ad Aleramo. Almeno è quanto certifica la guida di Gambero Rosso, che ha conferito i «tre bicchieri» a due sole etichette, entrambe grazzanesi.

 Ci sono circa 1600 metri di strada tra l’azienda agricola Sulin e Tenuta Santa Caterina, su via Marconi con annesso relais di charme, l’altra realtà che gli esperti della prestigiosa guida hanno voluto premiare. A conquistare i «Tre bicchieri» in questo caso è stato il Grignolino Storico «Monferace» della vendemmia 2015, che ha la peculiarità di essere vinificato in modo unico secondo un disciplinare rigoroso che prevede trenta mesi in legno ed altrettanti in bottiglia prima di poter essere stappato.

Si tratta del secondo «Tre Bicchieri» per la tenuta dell’avvocato Guido Carlo Alleva.

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