Si fa sciopero alla Mondo: "Non portate in Spagna la produzione dei palloni"

La palla in uso nella pallapugno leggera

Domani 8 ore di protesta e un presidio di fronte al centro direzionale I sindacati: "Chiediamo di privilegiare lo stabilimento di Grinzane"

Otto ore di sciopero, domani in tutto il gruppo Mondo, per dire no allo spostamento della produzione dei palloni da Grinzane Cavour alla Spagna, in una società controllata dalla storica azienda albese. «Le preoccupazioni che avevamo più volte espresso nei mesi scorsi purtroppo non erano fantasie - dicono i rappresentanti sindacali Maria Grazia Lusetti (Filctem Cgil), Angelo Vero (Femca Cisl) e Vito Montanaro (Uiltec Uil) -. Quando, la scorsa settimana, abbiamo finalmente incontrato i vertici della divisione giocattolo, l'azienda ha iniziato il confronto dicendoci che "la produzione del pallone non si farà più al Gallo per il 2021 e che poi si vedrà". Noi non ci stiamo a questa drastica scelta aziendale ed è per questo che abbiamo dichiarato le otto ore di sciopero». Contemporaneamente alla mobilitazione, dalle 10 verrà organizzato un presidio nel piazzale davanti al Centro direzionale di Gallo Grinzane. «Tutti insieme continueremo a chiedere di privilegiare lo stabilimento del Gallo dove nel Dopoguerra è nata la produzione dei palloni Mondo» dicono i rappresentanti sindacali.
«Purtroppo - aveva spiega il vicepresidente del gruppo Mondo, Federico Stroppiana - al momento non ci sono i volumi per poter attivare due fabbriche. Nel 2020 il Covid ha picchiato duro sulla divisione giocattoli, causando un calo del 50% della produzione». Ma anche le previsioni sono altrettanto negative: per il 2021 il budget previsto sul pallone è in ulteriore calo del 6% rispetto all'anno scorso. «Di fronte a questi scenari, a malincuore abbiamo dovuto decidere di spostare la produzione in Spagna, perché l'operazione inversa sarebbe stata impossibile e antieconomica - aveva aggiunto Stroppiana -. Se ci sarà un'inversione di tendenza, saremo pronti a riconsiderare la scelta, ma per ora non ci facciamo troppe illusioni: il pallone è una categoria di prodotto in calo da anni, mentre per altri giocattoli la situazione è meno negativa». Una doccia fredda per i 40 lavoratori stagionali a cui non è stato rinnovato l'abituale contratto da gennaio a giugno, ma anche per i 40 dipendenti diretti del gruppo impegnati nel settore Toys, per i quali le incertezze sul futuro sono molte. «Una vera e propria delocalizzazione - dicono i sindacati -. Durante le assemblee, abbiamo letto nei volti dei lavoratori molta preoccupazione, tanto più dopo lo 
smontaggio e il trasferimento di alcuni macchinari e stampi. Domani diremo no a questa decisione e chiederemo all'azienda di ripensarci».
I sindacati hanno avuto incontri anche con i responsabili della divisione sport e delle pavimentazioni civili Mondo, dove la situazione è migliore. «Il calo registrato nel 2020 è stato intorno al 15%, ma ci sono importanti segnali di ripartenza sia in Cina, sia in Nord America - hanno detto i vertici aziendali -. Siamo tutti alla finestra, in attesa di capire quando riapriranno i cantieri e cosa succederà nei prossimi mesi». 

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