"È impensabile una serie A senza Campagno in campo. Si trovino le giuste soluzioni"

Il mondo del balon s'interroga sul ripescaggio di Alba e sul futuro di Spigno (nella foto di gruppo la festa per la Coppa Italia 2019)
Il 30 novembre scade il termine per l'iscrizione al campionato di serie A di pallapugno. Pur in una situazione di grande incertezza, le squadre sono quasi tutte pronte, con alcuni trasferimenti di rilievo come quello del campione d'Italia Massimo Vacchetto da Castagnole Lanze a Cortemilia. Resta però aperta la questione relativa a Bruno Campagno che è ancora senza sistemazione dopo il clamoroso esonero da Canale.
La situazione
Non è un mistero che Campagno punti ad accasarsi ad Alba, la quale però non ha i diritti per disputare la A e ha presentato domanda di ripescaggio. Nella vicenda è coinvolta la società di Spigno Monferrato, ultima «ridotta» pallonistica in terra alessandrina. I monferrini hanno la carte in regola per la A, ma non hanno un battitore. I contatti con Campagno ci sono stati, ma non sono andati a buon fine. Adesso la situazione è bloccata in attesa di un Consiglio federale che sbrogli la matassa. Alcuni consiglieri hanno già manifestato, informalmente, un certo irrigidimento (non più di 10 squadre). Dall'altra parte si sostiene che deroghe sono state spesso concesse in passato (si è giocato a 11 nel 1992, 1993, 2000, 2002, 2009, poi dal 2013 al 2015; 9 volte il campionato ha visto al via 12 formazioni e una volta, nel 1999, addirittura 13). I sostenitori della piazza di Alba citano i 18 scudetti e i 15 secondi posti della «Juventus della pallapugno» e gli sforzi per salvare lo storico sferisterio Mermet. «Adesso sarebbe assurdo non utilizzarlo». Il matrimonio Alba-Campagno si farà? Il Consiglio federale accoglierà la domanda di ripescaggio di Alba?
Nella discussione è intervenuta anche la Lega delle società il cui presidente Simone Lingua ha detto: «Abbiamo avanzato alcune richieste alla Fipap: innanzitutto una significativa riduzione (almeno il 50%) delle quote d'iscrizione al prossimo campionato, una moratoria sull'obbligo di schierare squadre giovanili, una deroga ai limiti d'età. Sulla «questione Albese" è impensabile immaginare un campionato senza Campagno; sarebbe una sconfitta per il balon. Anche tenere attivo il Mermet è un obiettivo da coltivare. Dal canto suo la Pro Spigno, con un impianto dignitoso, una società di volonterosi e un presidente, come Giuseppe Traversa, che è una pietra miliare del balon, non merita di retrocedere in C2 se non riesce ad allestire una squadra per la A. La Federazione dev'essere elastica, a costo di varare una formula irrituale. Una serie A a 11 squadre non è un'eresia; a Spigno, se rinunciasse alla A, dovrebbe essere consentito di iscriversi alla B. La regola di ripartire dalla C2 è anacronistica».
Fabrizio Cocino vicepresidente vicario federale, non si sbilancia: «Non posso dire assolutamente nulla. Il 30 novembre scade il termine per l'iscrizione e la sera si riunisce il Consiglio. Valuterà quante domande saranno pervenute e deciderà. Se Spigno si sarà iscritto, ci saranno 10 squadre, il numero massimo previsto dal regolamento e gli spazi per il recupero di Alba sarebbero molto ridotti. Se Spigno rinunciasse, le possibilità di ripescaggio degli albesi, com'è stato fatto lo scorso anno per Dogliani, aumenterebbero. Una cosa è certa e lo affermo anch'io: non si può lasciare fuori uno come Campagno. Tutto il movimento pallonistico ne risentirebbe». Se Campagno non può stare fuori, dicono altri, non lo si può neppure costringere a giocare in una sede che non gradisce. All'interno del Consiglio nessuno si sbilancia, ma le posizioni non sono univoche.

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