La scritta in Braille sulle lattine. Nasce ad Asti l’idea della Coca Cola

ANTONIO AZZALIN INGEGNERE ASTIGIANO

Scritte per i non vedenti in una serie celebrativa sulle confezioni della bibita più famosa al mondo.

Coca Cola Europa mi ha cercato per mettere in braille le scritte a sostegno dell’Unione ciechi.
Stampiamo le frasi con una speciale macchina montata all’azienda torinese della Lem.
Abbiamo curato anche la progettazione di un impianto ad hoc per l’imballaggio.

Bollicine in braille. Non la si vede ma la si sente al tatto la storia tutta astigiana che ha portato i segni dela scrittura per non vedenti sulle lattine della Coca-Cola.
Mente e regista dell’operazione è l'ingegner Antonio Azzalin di Celle Enomondo che ci ha visto lungo con il suo Azza-Braille, progetto nato quasi dieci anni fa per sviluppare nuove soluzioni per rendere
il Braille più accessibile, sia al cieco sia al vedente. Filosofia di base la comunicazione comune: quella visiva e quella tattile stampate sullo stesso prodotto. Ed i prodotti sono diventati milioni con le biancorosse lattine Coca-Cola.
E' stata proprio l'azienda a contattare, ad inizio anno, Azzalin alla ricerca di una soluzione per mettere il braille sulle lattine così da celebrare la Giornata mondiale del sorriso e sostenere quale sponsor
l'Unione italiana ciechi nel centenario di fondazione.
«C'è stata subito sintonia così ho progettato una macchina ad hoc che possa stampare l’AzzaBraille su lattine già riempite, per una lavorazione antecedente solo l'imballaggio - ricorda Azzalin - in poche settimane macchina pronta e contratto sottoscritto con Coca-Cola Europe che provvede a far lavorare alcune migliaia di lattine nel loro stabilimento in Sicilia». Da qui fino all'azienda di stampaggio Lem di Torino, dove Azzalin ha montato la nuova macchina. «Le lattine vengono lavorate in cinque lotti, ciascuno per i differenti messaggi riportati. Ultimate poco prima del lockdown anche se poi la Giornata
del sorriso si è celebrata solo nelle scorse settimane e così ho potuto vedere sugli scaffali le lattine con il mio Azza-Braile» prosegue il racconto.
Confezioni quasi da collezione con i suoi messaggi «tattili» ed ironici: «Non urlare sono cieco ma ci sento» ma anche «Se strofini ancora esce il genio» oppure «Stai davvero accarezzando una lattina?»,
«Gratta pure tanto non vinci nulla» e l'immancabile «Non ci vedo dalla sete». Assieme alle lattine è stata creata un'edizione speciale del Braillografo, biglietto che permette al vedente di scrivere in braille
con una semplice biro, grazie all'alfabeto visuale. «In questa operazione abbiamo anche curato la progettazione e realizzazione di un imballo ad hoc, un tipo per ciascun lotto - puntualizza l'ingegnere - La stampa Azza- Braille, per il solo braille, usata per Coca-Cola, si fonda su una tecnica pensata per prodotti di largo consumo, dove i costi, la rapidità e la versatilità sono elementi di primo piano. Per raggiungere questi scopi sono state ideate resine di particolare formulazione e macchine che permettessero di convivere con i sistemi di produzione degli oggetti da stampare, al fine di integrarsi, eventualmente, nella catena produttiva». Per Coca-Cola, il prototipo di macchina è stata concepita con medesima filosofia, la quale lavora in media almeno 50 lattine (già piene) al minuto. Una versione avanzata è già in costruzione ed ha la caratteristica di moltiplicare il carico di lavoro per due, quattro, ed otto. Questo per seguire i ritmi dei vari impianti di imbottigliamento ed essere interposta tra gli impianti di riempimento e quelli di imballaggio. Le prime realizzazioni in Azza-Braille apparvero circa nove anni fa. Le più note sono cd e vinili (esempio di Franco Cerri), le etichette enologiche (Valter Massa-Monleale),cartoline e stampati di vario genere. Il Braillografo fa parte anch'esso delle sperimentazioni AzzaBraille: normografo di una ventina di caselle braille fustellate ed un alfabeto ideato appositamente per il vedente e chiunque può scrivere in vero braille anche se non ne conosce metodo, regole ed alfabeto.

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