Il futuro di Campagno ad Alba passa anche attraverso Spigno

Pallapugno: a pochi giorni dalla decisione federale il rebus del futuro campionato di A. La Canalese nella foto di Candido Capra.
Bruno Campagno e la sua «banda» di freschi vincitori della Superlega ad Alba, con Spigno che resta in A e un campionato di pallapugno che si prospetterebbe all'insegna dello spettacolo e, probabilmente dell'equilibrio. Troppo bello per essere vero? Il condizionale e il punto interrogativo sono più che mai d'obbligo.
Dunque, facendo un recentissimo passo indietro: Campagno e la squadra («esonerati» da Canale dopo un decennio e ora in cerca di una nuova società per la stagione 2021) hanno dichiarato - con ampia ribalta mediatica - di essere pronti, anzi prontissimi a trasferirsi all'Albese e quindi a giocare nel «tempio» Mermet. Forti anche di una società collaudata che fa capo al presidente Giulio Abbate e a personaggi come Domenico Raimondo, Franco Drocco, con sponsor pronti a seguirli e l'immancabile figura del notaio Vincenzo Toppino che, «dietro le quinte», da intenditore dal palato finissimo (Alba è Alba), sostiene l'operazione.
Ma non tutto è semplice come appare. La favola è ancora lontana dal lieto fine. Alla riunione federale fissata per gli ultimi giorni di novembre mancano ancora elementi che potrebbero dimostrarsi decisivi per risolvere il rebus. Perchè - dettaglio tutt'altro che secondario - ci sarebbe, anzi c'è Spigno (Araldica) che dovrebbe dire la sua. Spigno (altro punto cruciale: è in provincia di Alessandria e nella «geografia» del balòn la Federazione non può o non vuole perdere l'unica esponente rimasta ai vertici di quei territori tra Val Bormida e Acquese) ha il diritto di pronunciarsi per prima in materia. Ha sponsor pronti a sostenerla e anche l'Araldica di patron Claudio Manera, che vanta col presidentissimo Traversa un'amicizia e una stima ricambiatissima da vecchia data, potrebbe dare ancora una mano concreta. In sostanza: anche Spigno potrebbe avere la «dote» per ingaggiare lo stesso Campagno. Del resto se rinunciasse alla A dovrebbe ripartire dalla C. E in caso di rinuncia di Spigno non sarebbe così automatico il ripescaggio dell'Albese, perchè altre società potrebbero accampare diritto di ripescaggio. Con un ulteriore ma non irrilevante elemento di riflessione: dicono i «titolari della licenza del dubbio» (ma sul tema ci asteniamo da ogni giudizio per evidente e conclamata assenza di competenze tecniche) che il Mermet avrebbe bisogno ben pìù di un semplice intervento di ristrutturazione (con costi annessi adeguati). Tanti argomenti, insomma.
Con la solita e però inevitabile considerazione di fondo da girare agli addetti ai lavori: attenzione a maneggiare con cura il futuro di squadre e giocatori. Il «giocattolo» rischia di rompersi. Soprattutto quando ci sono di mezzo un campione di razza purissima come Campagno e una piazza, anzi uno sferisterio, di straordinario fascino come «Il Mermet». 

 

 

 

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