In bicicletta da Portacomaro a Roma. Due giorni di fatica e di emozioni

Alessandro Zapponi dal tamburello alla bici. Un trend che ha contagiato molti.
l'impresa di due cicloturisti astigiani
Tutte le strade portano a Roma anche per i «due asini e un braccio in bicicletta». Questo è l'ironico soprannome che si sono dati Alessandro Zapponi, 46 anni di Castell'Alfero, e Roberto Bianco, 48 anni di Portacomaro, che in due giorni di pedalate dalle colline del Grignolino hanno raggiunto la Capitale: 691 chilometri e qualche metro percorsi quasi tutti d'un fiato in due giorni e e una sola tappa. «Tutto è nato da uno scambio di messaggi. All'inizio eravamo in quattro, poi tre e ad una settimana dalla partenza siamo rimasti in due. E così da quell'idea lanciata tra scherzo e serietà eccoci a raccontare un'esperienza che ci ha fatti tornare a casa con un bagaglio di emozioni e gioie» commentano i due ciclisti. Un amore per le due ruote che comunque per Bianco, tecnico alla Gate, è più forte della disabilità fisica (è privo del braccio destro) e lo porta a percorrere annualmente circa 25 mila chilometri in sella, partecipando a gare e competizioni (nel 2012 alle Paralimpiadi di Londra).
Fresatore di professione e trascorsi da tamburellista (nella serie A del muro) Zapponi in bici percorre tra 15 e 18 mila chilometri. «In comune l'amicizia e una pedalata pulita», chiosano i due ciclisti che mai avevano condiviso un viaggio. «Infatti il primo ostacolo è stato quello di affinare il differente modo di concepire l'uscita in bici. Per Roberto decisamente più competitivo, il mio più romantico gustando il paesaggio. Io vedevo le soste come meta, lui come esclusivamente una momento di necessità» rimarca Zapponi. La fatica è stata solo una degli aspetti. «Alla fine pedalare ci piace ma la parte più difficile è stata la navigazione – prosegue nel racconto il castellalferese – e così è capitato che ci siamo trovati su strade sterrate. Sufficiente aver mancato l'ultima svolta così alle porte di Roma è accaduto che ci siamo imbattuti su una strada che ci avrebbe portato dritti al grande raccordo anulare. E poi siamo finiti in mezzo al bosco con in lontananza una casa affollata di gente. Sembrava di trovarsi in una scena di qualche serie tv. Qualche spavento tante risate».
Tra le emozioni più grandi quelle all'arrivo. «Raggiunto l'albergo e dopo la pizza ristoratrice la possibilità di pedalare tra le vie del centro storico di Roma nel più assoluto silenzio e senza traffico. Abbiamo pedalato fino alle 3 di notte. Un'emozione unica per uno che come me non era ma stato a Roma» conclude Zapponi.

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