il campione di balon da domenica e' cittadino onorario
Adesso, Massimo Berruti, originario di Rocchetta Palafea, pittore (sublime) in Canelli, che da campione divenne campionissimo del balòn con i 5 scudetti a Monastero Bormida, ha chiuso il suo personalissimo e anche intimo tour tra sport e memoria a Castelletto Molina.
Domenica il sindaco Marcello Piana gli ha idealmente consegnato le "chiavi" del paesino da 150 anime, incastonato tra le vigne di Moscato e Barbera che da Mombaruzzo, Fontanile e Quaranti digradano verso l'Acquese. Berruti è cittadino onorario di Castelletto Molina, il borgo nel quale, per un triennio (1982-'85), dai 34 ai 37 anni dipinse le ultime parabole pallonistiche di una straordinaria, abbacinante carriera. Marcello Piana, il sindaco per antonomasia di Castelletto, ha voluto fargli questo regalo, con una cerimonia per forza di covid ristretta a pochi intimi. Comunque numerosi - compatibilmente con le «distanze» imposte dalle norme antivirus - i vecchi tifosi: tra loro i «fedelissimi» e anche picareschi compagni di tante sfide: da Sergio Blengio a Italo Gola a Piero Galliano.
Berruti arrivò a Castelletto a furor di popolo, con tanto di firme di sindaci (e Piana gran regista dell' operazione) che chiedevano di averlo protagonista in quello sferisterio. Era un mito e Castelletto il punto di incontro anche pallonistico tra Acqui e l'Astigiano, la Langa e il Monferrato.
Berruti sfiorò soltanto lo scudetto, ma ha lasciato una scia di ricordi che il tempo (normalmente tiranno) non riesce a far sbiadire. Come in quella fine estate di quasi 40 anni fa in cui Berruti e Felice Bertola si sfidarono ancora per chissà quale trofeo. Era, forse, l'ultimo atto di una rivalità senza uguali. Non si risparmiarono neppure allora: Berruti faceva «volare» il pallone e Bertola replicava con l'astuzia dei colpi imparati nelle piazze contadine. Quel duello era poesia. Ora Berruti colora le stesse emozioni sulla tela. E' il pittore di un altro mondo. Castelletto Molina ha un magnifico «alieno» tra i sui concittadini