Paolo Marca, un gabianese stregato dal tambass

Un personaggio di spicco nel panorama sferistico locale. Gli idoli Uva e Cerot. La vera passione sbocciò seguendo le imprese del Castell’Alfero.

in foto Paolo Marca attorniato dai giocatori del Gabiano di serie C 

Paolo Marca, classe 1958, dall’osservatorio privilegiato di Cantavenna di Gabiano con vista mozzafiato su risaie e colline è la coscienza critica del tamburello nostrano col credo giovanile in cerca di un futuro roseo. Informatissimo sui recenti sviluppi grazie ad una rapporto costante con i suoi pupilli e ad una concezione di tamburello romantico fondato sull’amicizia, lealtà e voglia di crescita all’insegna del divertimento e dello stare insieme. 

L'interesse per il tamburello gli arriva da molto lontano fin da quando da piccino assisteva alle partite in compagnia del nonno la cui casa si affacciava proprio di fronte allo sferisterio dell’amato Gabiano. La vera passione sbocciò seguendo le imprese del Castell'Alfero del primo scudetto in cui militavano i suoi idoli Angelo Uva e Aldo “Cerot” Marello prima punti di riferimento e successivamente cari amici. Carriera giovanile tramontata con l'inizio delle scuole superiori verso un roseo futuro professionale ma l'appuntamento col tambass torna ben 15 anni dopo con la rinascita della passione nel basso Monferrato del Torneo delle colline che  riportò spettatori e giocatori negli sferisteri.  Il tamburello sparisce per più di 25 anni quasi completamente dalla sua vita rapito da altri interessi per poi rientrare di prepotenza  casualmente, con l'opportunità di seguire una squadra di serie D a Gabiano circa 6 anni fa. Arriva subito una clamorosa semifinale con lo scalpo del favoritissimo Torino di Fabio Carosso e Andrea Gambino.

Oltre a rifiorire il grande amore con lo sport arriva soprattutto la passione (ispirata dagli amici di Piea) focalizzata a seguire i giovani del paese fin dalla tenera età.

Tante le soddisfazioni ed alcune delusioni ma, più che per i risultati ottenuti, ciò che più mi ha tenuto legato al tamburello sono i rapporti  con le tante belle persone che ho incontrato e con cui è rimasto un profondo legame di amicizia.

Una recente delusione come quella dello scorso anno alla guida della corazzata Montemagno di serie B muro arenatasi presto in acque agitate è vista sempre come un momento di crescita e confronto per rimettersi in discussione.

Alcuni episodi legati al tamburello giovanile rimangono impressi  nella memoria a cominciare da una giovanissima Ludovica Stella mezzovolo nel torneo muro under 14,, al pari con la vittoria gabianese al trofeo Coni o un altrettanto giovane Mattia Zanotto schierato in C solamente due anni dopo il suo avvicinamento allo sport. Tanti gli altri giocatori giovani e diversamente giovani con cui ha diviso bei momenti in campo e tante risate fuori; sarebbe ingiusto nominarne solo alcuni tra i tanti che porta nel cuore. A prova di smentita l’amicizia con Gianni Accomasso fortificata dalla passione comune per la pesca ed attestati di stima per Alessio Olivieri di Carpeneto, Luca Soffientino, i grazzanesi Emanuel Monzeglio ed il vulcanico Fulvio Natta, i tecnici Antonio Surian e Gianni Maccario e la promessa Lina Pinna,

Un pensiero in particolare va all'esperienza fatta col progetto carceri sia per i fantastici compagni d'avventura sia per ciò che ha lasciato come arricchimento umano. Ultima esperienza, incompiuta causa covid, la partecipazione al campionato di serie B con la squadra femminile del Viarigi che poteva essere l'inizio di un progetto atto a portare giovani leve ad accompagnarsi alle talentuose ed esperte giocatrici del presidente Angelo Mortara;  purtroppo è rimasto un sogno ma, si sa, i sogni aiutano a vivere. 

Al momento non vede miracoli all’orizzonte ma intanto sabato ricomincia con i ragazzini nel campo di Mombello Monferrato coadiuvato da Vito Deluca ed in quello da calcio di Cantavenna altrimenti stando inattivi tramonta la passione.

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