"Pino Morino, amico e maestro di vita e balòn"

Aldo Cerot Marello ricorda Pino Morino, discobolo nicese e giocatore e ambasciatore del balon, a 21 anni dalla scomparsa nella sua «Cascina Pola».

nella foto di gruppo Pino Morino (quinto da sinistra) col baffuto Aldo Cerot Marello.

La telefonata mattutina di quel 13 maggio 1999 da Tullio Dezzani, allora vice Questore ad Asti, mi colpì profondamente e, di certo, fu una delle più brutte della mia vita. Quasi piangendo e con una voce piena di tristezza mi comunicava l'improvvisa dipartita di Pino Morino, una delle persone che non riuscirò mai a dimenticare. Era nato a Nizza l'8 luglio del 1932 e sin da giovane di era dedicato all'atletica (disco e peso: discipline congeniali alla sua imponente struttura fisica) dove raggiunse eccellenti risultati. Poi decise di cambiare vita, aiutando il padre nelle vigne alternando il tempo libero a piccole gare di "balun" "sport di campagna del quale Pino era innamorato fin da bambino, che diventò per lui un continuo rituale, una cerimonia da vivere come mito religioso . Il mio primo incontro con lui avvenne casualmente in un giorno di settembre 1988 ad Acqui Terme, durante un pomeriggio sportivo di sport sferistici . Pino si avvicinò lentamente a me e tra un"tiro" di "Gauloise"e l'altro mi propose un incontro di pallapugno tra vecchie glorie a Montechiaro d'Acqui, la domenica successiva. Non avevo prima d'allora mai fasciato il pugno anche se avevo assistito a diverse prestazioni dei grandi campioni del tempo: accettai con gioia e con quel "SI" aprii una parentesi memorabile nel mio futuro sportivo. Non solo tambass. Scoprii, con lui, la "Langa" che lui conosceva e i tanti splendidi panorami che si allungavano sino al mare: conobbi profondamente i"miti" del "balun", Bertola, Berruti, Galliano, Balocco, Gola, Gili, Aicardi, Voglino senza dimenticare i "vecchi" dal mitico Balestra, a"Cichin" Gioetti" oltre a Franco Piccinelli, che mi accolsero a braccia aperte. Pino arricchì, la mia vita offrendomi una alternativa al mio "mai rinnegato" tamburello ma grazie a Lui entrai nel mondo del pallone dalla porta principale. Undici anni di vita non si cancellano anche se ho idea che Pino non avrebbe accettato i molti cambiamenti di vita di questi ultimi tempi: lui romantico "viveur", amante della gente e dello stare insieme, lui innamorato della vita, espansivo, amante profondo della natura, dei suoi colori e delle sue splendide vedute. Quest'anno, anche per causa "Virus" ,non saranno celebrati la messa a Nizza, il pranzo alla Cascina "Pola", e neppure il pomeriggio sportivo alla "Bazzana". Ma Pino è con noi, per sempre, da sempre nel mio cuore. 

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