Silvano Curetti e Luca Selvini siedono entrambi nel Consiglio federale della pallapugno. Il primo, monregalese, presidente dimissionario di San Biagio (serie B), il secondo cuneese, segretario factotum della Subalcuneo (serie A). Curetti si è assegnato il ruolo di «guastatore» diventando l'«enfant terrible». «Il mio atteggiamento deriva dal fatto che la Federazione secondo me è gestita in modo superficiale. Il personale è composto da poche persone. Grandi difficoltà e caos totale». Ma Selvini condivide questo giudizio? «Assolutamente no. È un momento complicato. Alle difficoltà del nostro sport si è aggiunto il coronavirus, ma abbiamo fatto quadrato e siamo riusciti ad andare avanti. Non dobbiamo essere così pessimisti». Curetti si è scagliato contro il protocollo per gli allenamenti. Perché?: «Nato sotto buoni auspici è finito male, creando tanti problemi. Sollevo due questioni: se in squadra c'è un contagiato, che cosa succede? Mi pare non se ne parli. Poi i nostri giocatori sono semi professionisti: se uno si ammala e nell'azienda in cui lavora diffonde il contagio, la ditta può chiederci i danni?». A Cuneo il protocollo è valutato diversamente. Selvini: «Era indispensabile attuarlo per poter riprendere l'attività. Senza il protocollo non si poteva cominciare e i giocatori sarebbero stati condannati all'inattività per un anno».
Intanto Curetti si è dimesso da presidente di San Biagio. «Non per protesta - spiega - ma perché non sono in grado di svolgere il mio compito nel modo corretto. Non mi mettono in condizioni di fare il mio dovere, imponendomi regolamenti assurdi». «Secondo me - replica Selvini - quella protesta-provocazione serve a poco. Prova ne sia che fra tutti i presidenti di A, B e C uno solo ha dato le dimissioni». Singolarmente simile il giudizio dei due sulla possibilità di disputare il campionato. «Secondo me lo faranno - dice Curetti - altrimenti perché far allenare i giocatori? Se si voleva annullare, bisognava farlo subito senza illudere nesssuno e poi, eventualmente riprendere gli allenamenti». «Si potrà iniziare quando il Governo dirà che l'attività agonistica è consentita. Allora valuteremo se partire a porte chiuse o aperte. In questo momento i tornei non possono iniziare e la data dell'8 giugno per decidere è prematura. In Consiglio io voterò per disputare il campionato» dice Selvini».
Capitolo sponsor
La situazione è veramente così difficile? «È drammatica - dice Curetti -. Con quale faccia tosta si va a chiedere denaro a ditte che sono in gravissime difficoltà? Mi risulta che anche sponsor di primissimo piano abbiano annunciato che non daranno nulla per il 2020». Selvini conferma: «Sì, la situazione è seria; noi abbiamo già perso una grossa fetta del budget d'inizio anno. Abbiamo convocato i giocatori che si sono dimostrati molto disponibili e hanno accettato una riduzione degli ingaggi del 60%». Sulla possibilità di giocare a porte chiuse Curetti è «tranciante»: «Non avrebbe alcun senso». Più possibilista Selvini: «Inizialmente le porte saranno chiuse, ma potrebbero aprirsi sia pure con qualche limitazione». A fine anno verrà rinnovato il Consiglio federale. L'onorevole Enrico Costa, dopo tre mandati (15 anni) ha detto che non si ripresenterà per la presidenza. E voi nel Consiglio? Curetti lapidario: «Io no». «È stata una bella esperienza - dice invece Selvini - se le società vorranno, io sono disponibile». Chi potrebbe fare il presidente? Curetti: «Non credo all'arrivo "miracoloso" di personaggi estranei alla pallapugno». Selvini: «Un presidente carismatico, fuori dai soliti giri, potrebbe imprimere al movimento una sterzata».