"Ci han tolto lo scudetto già vinto sul campo. Mai vista una roba così"

Il capitano Araldica ancora incredulo: "Ora aspettiamo di sapere l'esito del ricorso. Ma pronti anche per Canale"

Ripetizione dell'incontro o vittoria a tavolino? Ma anche l'eventualità che non vi sia nulla di fatto e la volata scudetto prosegua regolare. C'è la possibilità che lo scudetto della pallapugno venga assegnato per la prima volta lontano dallo sferisterio. Entro oggi si conoscerà l'esito del ricorso che l'Araldica Castagnole ha presentato per far luce sul concitato e contestato epilogo di gara tre della finale tricolore, vissuta sabato a Cuneo contro la Torfit Langhe e Roero Canalese. Entro le 17 di domenica il carteggio era stato regolarmente recapitato alla Federazione con il giudice che valuterà se quanto verificatosi in campo sia stato tutto regolare. «Chiediamo la ripetizione della partita o la vittoria. Un successo che non sarebbe neppure a tavolino visto che in campo eravamo regolarmente giunti a 11 giochi, avevamo pure iniziato a festeggiare dopo il triplice fischio. Partita e campionato erano già nostri» precisa Massimo Vacchetto, capitano dell'Araldica. «Era un finale epico dopo aver messo a segno un gran recupero, il miglior epilogo della stagione. Meritava una doppia festa non una che è stata a metà. Mai avevo visto una così calorosa invasione di campo. Poi tutto è cambiato ed a memoria non ricordo in un qualsiasi altro sport che una gara, una finale, si sia ripresa dopo averne fischiato la fine" prosegue il battitore della Castagnolese. Max Vacchetto non perde la propria sportività e ruolo di atleta: «c'è il ricorso ma siamo concentrati anche alla prossima partita che sarà a Canale. Abbiamo vinto tre partite lavoriamo per vincere anche la quarta». Sui fatti di Cuneo preferisce non esprimere commenti il direttore tecnico Gianni Rigo: «la mia sarebbe una posizione di parte e mi concentro sul campo tanto che oggi e giovedì con la squadra saremo nello sferisterio canalese per preparare al meglio la prossima sfida. Questo è il nostro compito. Quello che accadrà negli uffici lo accetteremo serenamente e sportivamente».
Il presidente
Il ricorso che porta la firma del presidente Mario Sobrino. Il massimo dirigente che dallo sferisterio della Granda era uscito vincitore ed è rientrato pochi minuti dopo scoprendosi sconfitto. «Ho lasciato la caccia sui 55 metri. Tranquillo che il titolo fosse in tasca. Mi sono assentato per recuperare i magnum dei vini Araldica da usare per premiazione e foto di rito. Ma la gioia aveva lasciato spazio alle proteste. Legittime per quanto mi è stato riferito. Mi permetto di dire che la direzione dell'incontro era stata insufficiente fin dall'inizio con cacce assegnate e criticate da ambo le parti» precisa il numero uno castagnolese. «Il pubblico è stato assai corretto a tornare sugli spalti quando si è deciso di riprendere il gioco. Ma che la designazione non sia stata all'altezza penso che sia evidente a tutti. Si trattava di una finale con le tante ansie ed aspettative» conclude Sobrino. Scortato all'uscita dallo spogliatoio dello sferisterio dai Carabinieri, l'arbitro venuto da Albisola pare che abbia chiuso il referto della finale di Cuneo rassegnando le dimissioni. 

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