"Scudetto di balon: non sono rassegnato"

BRUNO CAMPAGNO

Sabato a Cuneo il capitano della Canalese deve battere Max Vacchetto.

Bruno Campagno ha vinto il titolo italiano di pallapugno nel 2011, 2013 e 2014.

Bruno Campagno all'«ultima spiaggia». Il capitano della Torfit Canalese sabato, nello sferisterio di Cuneo, tenterà di impedire a Massimo Vacchetto di conquistare lo scudetto della pallapugno. Il suo avversario conduce per 2-0: gli manca quindi un solo successo per festeggiare il titolo. Campagno deve assolutamente imporsi per rimandare la conclusione del campionato e continuare a sperare (lo scudetto si assegna al meglio dei 5 incontri). Ventinove anni («sono il più vecchio battitore della serie A» dice con un pizzico di civetteria), sposato con Ilaria, due figlie Anna di 7 anni, Lorenza di 7 mesi, ha vinto il titolo nel 2011, 2013 e 2014. Da allora ha dovuto lasciare via libera all'eterno rivale Max Vacchetto. Giocatore che ha nella potenza l'arma migliore, tenta di contrastare Vacchetto anche sul piano della tecnica.

Con che spirito prepara la finale di Cuneo?
«Con una grande voglia di riscatto e con tanto lavoro svolto soprattutto in palestra perché il tempo non è stato troppo clemente. Siamo anche andati sul campo di Cuneo per non trascurare nulla».

Che cosa vi è mancato finora?
«Sicuramente la freddezza. Nel gioco non siamo stati inferiori a loro, anzi in alcuni momenti abbiamo dominato. C'è la convinzione che avemmo potuto portarne a casa almeno una se non entrambe».

Si rimproverà qualcosa?
«Solo chi non gioca non fa errori. Abbiamo sbagliato qualcosa, ma non abbiamo rimpianti. Abbiamo dato tutto e l'impegno è stato massimo. Il risultato è stato negativo, ma non ci siamo risparmiati».

Che cosa ha Vacchetto più di Campagno e viceversa?
«Dopo tante finali ci conosciamo anche troppo bene. In sintesi lui è più tecnico, io più potente. Ciascuno di noi vorrebbe qualcosa dell'altro: io prenderei la tecnica e la capacità di giocare il pallone dove lui vuole anche nei momenti di tensione».

Come finirà a Cuneo? Siete fiduciosi o rassegnati?
«Non mi azzardo a fare pronostici, ma non siamo assolutamente rassegnati; sappiamo che la nostra annata può finire a Cuneo, ma non vogliamo che accada».

Come vive un atleta l'incontro che vale la stagione?
«Lo stress è altissimo, ma è anche bello vivere questi momenti. Tanta stanchezza per un campionato logorante, ma anche la felicità di essere in campo a lottare per la vittoria più importante».

La famiglia l'aiuta a trovare la concentrazione e la carica agonistica?
«I bimbi, Anna e Lorenzo, mi distraggono e mi fanno uscire un po' dal pallone che altrimenti sarebbe sempre al centro dei pensieri. Ilaria invece mi è di grande aiuto; è sempre presente, capisce e patisce come me le vicende sportive. Un sostegno fondamentale.

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