Se fossimo a Carnevale avremmo pensato ad uno scherzo.
Ma essendo in un periodo (natalizio) che invita alla conciliazione proviamo a ricondurre su binari più equilibrati una querelle (sportiva) mai vista.
Quella dei calendari 2018 «non autorizzati» del tamburello, pubblicati sul sito «Il Tambass» e poi subito rimossi, appunto perché non ufficiali e come tali non definitivi.
Una querelle mai vista, perché tale «segretissimo» documento (in realtà si sarebbe trattato di una semplice bozza da non divulgare con le date delle sfide dei campionati di A e B open e dei tornei femminili da sottoporre ai dirigenti delle società per le opportune contro deduzioni) è finito nelle mani «sbagliate»: quelle di Luigi Musso, curatore del popolare sito, seguitissimo (insieme a quello dei «Tamburellisti pazzi») dagli appassionati di questo sport.
Il quale Musso è anche componente della commissione stampa federale e come tale vincolato al rispetto dei regolamenti.
Così lo stesso Musso, che ha pubblicato le carte, e qualche presunto «complice» ancora da identificare che si suppone gli abbia passato il documento riservato - anzi riservatissimo - sono finiti o finiranno (non conosciamo gli sviluppi degli accertamenti) sotto inchiesta.
Il procedimento, pienamente legittimo sul piano formale, è (sarebbe) stato attivato su input dell'avvocato Roberto Caranzano, stimatissimo penalista del Foro di Asti, presidente della Commissione tecnica federale e braccio destro (si dice così?) del presidente federale Edoardo Facchetti.
Ora, noi abbiamo preferito omettere di sentire le parti in causa (Caranzano, la Federazione, lo stesso Musso) limitandoci a seguire a distanza, da semplici lettori e anche con un pizzico di divertita curiosità, l’evolversi dell’inedito caso giuridico-mediatico.
E se, da un lato, apprezziamo lo zelo con cui i rinnovati vertici federali stanno cercando (ribadiamo: in modo legittimo) di riordinare un movimento in cui il concetto di professionalità applicata al mondo dirigenzial-tamburellistico sembra un concetto ancora piuttosto vago (basti ricordare il clamoroso caso dei punteggi «violati» nel tambass d’estate), d’altro canto vorremmo sommessamente invitare chi sta nelle «stanze del potere» dello sport a non abusare della politica delle carte bollate.
È sacrosanto imporre regole, ma prendersela con chi come Musso svolge uno straordinario, prezioso, per certi versi insostituibile lavoro di informazione a favore del tamburello (ma anche della pallapugno), appare francamente esagerato. E anche un tantinello ingrato.
Che poi lo stesso Musso, parli di «attacco al sito» è quasi la naturale, diretta conseguenza di questo «teatrino dell’assurdo» scatenato dalla querelle natalizia.
Ecco perché richiamiamo, sempre che sia consentito farlo, le cosiddette «parti in causa» a calarsi nello spirito delle Festività e a ricondurre la vicenda nell’ambito di un clima meno causidico e più sportivamente ecumenico (nel senso filosofico del termine).
Il tamburello ha bisogno del contributo di tutti, anche e soprattutto di professionalità alte come quella dell’avvocato Caranzano, che ha certamente voluto lanciare un segnale forte di rigore.
Ma non si deve dimenticare che in questo piccolo mondo antico degli sferisteri, da sempre, vale una regola d’oro, mai codificata e retaggio di un «tempo» contadino (a cui appartiene anche chi scrive) oggi praticamente scomparso: quella del buon senso.