Bala Club Mombello di Torino tra malinconia e tentativi di rinascita

in foto la partita della Festa di Sant'Anna con i giocatori locali più Emilio Medesani, Elio Prette, Gianni Spada e Walter Magon

Tamburello mombellese a caccia di "stranieri"

CAMPO Erbacce da togliere e terreno da livellare. NECESSITA' Nuovo allenatore e giovani leve

Non ci saranno i colpi sul "tambass" che sembrano fucilate, nè le "vecchie glorie" scenderanno in campo per opporsi al "resto del mondo". Però con grossi sforzi si è riusciti a mettere su la partita per la festa patronale di Sant'Anna, tradizionale appuntamento di fine luglio. 

Il commento degli stranieri intervenuti: Emilio Medesani, Elio Prette, Walter Magon e Gianni Spada. "Grazie per la splendida giornata e per l'impeccabile ospitalità nell'ultimo baluardo della provincia di Torino da qualche anno ha ammainato bandiera, ciò non toglie che in occasione della festa patronale un gruppo di amici vogliano far rivivere la passione che ci accomuna".

E le erbacce continueranno a crescrere sul campo del "gieugh dla bala", cioè il tamburello, "sport nazionale" del paese.

"E' dire che quest'anno c'era stato un mezzo tentativo di far rinascere la squadra, che nel 2017 ha giocato il suo ultimo campionato - afferma Stefano Parena -. Poi c'è stato di mezzo il Coronavirus e si è fermato tutto. La federazione ha anche annullato i campionati".

Il tentativo in corso era di ingaggiare uno o meglio ancora due "stranieri", per portare sangue alla locale formazione del Bala Club. Una squadra che, nel tempo, s'è fatta un punto d'orgoglio di schierare soprattutto giocatori del paese. Una caratteristica che nel tempo ha limitato i ricambi e, tre anni fa, portato alla chiusura.

"Avevamo contattato Gianni Spada, giocatore torinese molto appassionato, bravo nei ruoli fondamentali di fondocampo e mezzovolo - spiega Stefano Parena -. Purtroppo era già in parola col Vignale, dove si gioca il tamburello a muro, per cui non c'è stato l'accordo. Poi è arrivata l'emergenza sanitaria e s'è fermato tutto".

Un vero peccato perché il tamburello è uno sport che ben si adatta alle necessità post-Covid: ogni squadra nella propria metà campo, giocatori ben distanziati, nessun contatto fisico né tra gli atleti né tra la "bala", che si colpisce con i larghi tamburelli.

Claudio Berruto è il "capitano-sindaco" dell'ultimo Bala Club, squadra che aveva le fondamenta in lui e nel gemello Ezio. "L'idea di far rinascere la squadra periodicamente ritorna. Tanto per cominciare occorrerebbe rimettere il campo all'onor del mondo, ricominciare a giocare qualche amichevole, poi chissà".

L'anno prossimo sarebbe un momento simbolico per ripartire: cadranno i quarant'anni della fondazione dell'Associazione Tamburellistica Mombellese, primo presidente Domenico Sandrone. Ripartire magari anche con un allenatore che al Bala Club è sempre mancato, con la squadra costretta ad affrontare le partite in autogestione e senza una regia esterna, e con una nuova dirigenza.

A Mombello, dall'inizio del Novecento e fino al 1995, si giocava sulla centrale piazza Mazzini. Quando il Comune ne decise la pavimentazione ad autobloccanti ci fu una mezza sollevazione popolare. Per quattro anni la squadra fu costretta a giocare in trasferta a Gallareto, fino a quando nel 2000 fu inaugurato il campo a lato del cimitero. "Un campo che all'epoca tutti ci invidiavano, perché dopo mezz'ora che aveva smesso di piovere era già nelle condizioni di giocarci sopra". Adesso in che stato è? "E' coperto dalle infestanti, che hanno anche invaso le recinzioni - spiega Stefano Parena - Quindi per prima cosa occorre una pulizia radicale, poi si deve nuovamente livellare, dal momento che viene anche usato come parcheggio".

In paese il tamburello si giocava all'inizio del Novecento. La pratica era abbastanza diffusa, tanto che alla frazione Tetti Cambiano abitava un fabbricante di tamburelli, Giuseppe Corno detto "Pollice". Nei decenni successivi la storia dello sport si è intrecciata con quella delle famiglie più rappresentative del paese: Ciardo, Gaschino, Gorino, Virone, e in seguito i Berra, Corno, Parena e Navissano.

Dal 1981 l'attività agonistica si è svolta senza interruzioni, prima sotto la presidenza di Elio Gianasso, poi con Claudio Berruto che nel 2006, quando viene eletto sindaco, passa il testimone a Margherita Parena, cui poi subentra Giuseppe Cerruti. Nel 2005 viene fondata la società sportiva dilettantistica Bala Club, affliata alla Federazione Italiana Pallatamburello.

A lungo la squadra è ststa imperniata su due fuoriclasse come il mezzovolo Luigi Civiero e il ricevitore Elio Gianasso. Poi è scesa in campo la nuova generazione: oltre ai gemelli Berruto anche Cristian Vignale, Franco Sandrone, Mario Parena, Stefano Parena, Piero Parena, Denis Berruto e Giancarlo Sandrone". "Proprio Denis Berruto avrebbe potuto raccogliere il testimone del Bala Club per passarlo a una successiva leva di giocatori - segnala Stefano Parena -.  Purtroppo s'è trasferito nelle Marche, dove continua a giocare".

Anche se il tamburello non ha mai mosso folle oceaniche, il Bala Club ha sempre avuto a fondo campo un buon numero di appassionati: tifosi competenti, molti gli ex giocatori. Tifosi vicini alla  squadra sia negli anni esaltanti delle promozioni in serie C, sia nelle annate che iniziano bene e terminano male, come l'ultima, quella del 2017. Il Bala Club esordisce con una rosa composta dai fratelli Berruto, Cristian Vignale, Enrico Gorino, Mario Parena e gli "stranieri" Mauro Perotto, Massimiliano Ledda, Mauro Fresia. Il campionato inizia bene: vittoria in casa contro l'Antignano per 13-11. Poi arrivano due sconfitte, una vittori al tie-break, seguite da un'altalena con sempre meno "su" e in chiusura una fila di nove "giù".

Il 2016 non era andato meglio, con una sola vittoria su dodici partite. L'anno glorioso era stato il 2014 col Bala Club che accede alle semifinali dei play-off. Nel girone B del campionato s'era piazzato secondo alle splalle di un inarrestabile Real Cerrina, che poi aveva incontrato nei quarti di finale dei play-off: con due partite capolavoro l'aveva liquidato, 13-8 in casa e 9-13 in trasferta. Ma quando la serie C non sembrava più un sogno impossibile, capitan Berruto e i suoi s'erano trovati di fronte a un Cocconato ben più duro delle omonime robiole. Partita persa all'andata per 7-13, vittoria la ritorno per 13-5, e poi definitiva sconfitta ai supplementari per 4-2, a suggello di una stagione indimenticabile.

"Magari quest'autunno si riparlerà di riprendere con una squadra - abbozza con poca convinzione Stefano Parena -. Però già è difficile mettere insieme un gruppetto per dare due colpi. Figuriamoci una squadra...".

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