In pensione il funzionario Enrico Bacchiella

Enrico Bacchiella di Moncalvo, dirigente del Muro di lungo corso. Segretario del Moncalvo del triplete

“Dagli inizi col pennino al computer i miei 41 anni con sette procuratori”

Ha salutato magistrati e colleghi di palazzo di giustizia in punta di piedi, con una sobria festicciola. Enrico Bacchiella, 64 anni, moncalvese, sposato, è andato in pensione dopo 41 anni di scrupoloso lavoro come funzionario della procura astigiana. Era entrato nell’Amministrazione giudiziaria nel 1976, pochi mesi dopo il diploma in un istituto tecnico. In otto lustri ha visto cambiare pelle alla macchina giudiziaria senza mai perdere la caratteristica forse più importante per un funzionario pubblico: l’umanità nei rapporti con colleghi e cittadini. «Quarant’anni fa, quando ho preso servizio nel palazzo di piazza Catena, la procura iscriveva nel registro 300-400 notizie di reato all’anno. Poi è arrivato l’accorpamento con la pretura e nel 2013 quello con Alba. Di fatto, abbiamo decuplicato il lavoro» racconta Bacchiella. Decisivo è stato il passaggio all’informatica: «Nel 1976 si usava ancora il pennino, si scriveva molto a mano e qualcosa a macchina. Sembra incredibile ma è così. Gli archivi erano esclusivamente cartacei. L’informatizzazione è stata indispensabile per ridurre il numero degli uffici giudiziari e ampliarne le competenze».

Bacchiella ha servito l’Amministrazione sotto la guida di sette procuratori della Repubblica. Li sciorina a memoria: «Il primo, il dottor Parlatore. Poi i lunghi anni con Mario Bozzola, l’arrivo improvviso di Francesco Saluzzo che ora è procuratore generale del Piemonte, i quasi 15 anni con Sebastiano Sorbello, i pochi mesi di Maurizio Laudi, infine Giorgio Vitari e Alberto Perduca. Senza dimenticare i periodi di reggenza di Vincenzo Paone, il magistrato che conosco forse da più anni in assoluto e con il quale ho seguito i fascicoli più spinosi, quelli delle demolizioni dei fabbricati abusivi». Dal 2006 Bacchiella era responsabile dell’ufficio Esecuzioni penali della procura. Districandosi nella giungla della normativa penitenziaria che cambia spesso e repentinamente, ha gestito tutte le pratiche per ordinare la carcerazione degli imputati dopo le condanne definitive, sospendere i provvedimenti di arresto in attesa delle valutazioni del tribunale di sorveglianza e si è anche occupato dell’esecuzione delle pene accessorie come l’abbattimento degli edifici dichiarati irregolari. «Ogni caso è un unicum. Pensate: se un ladro è stato condannato in via definitiva per furto in abitazione va subito in carcere ma se il fatto è stato commesso anche solo “nelle pertinenze” l’ordine di arresto viene sospeso e va ai giudici della Sorveglianza. Servono molta attenzione e un aggiornamento costante, perché si ha a che fare con la vita delle persone e con avvocati inferociti davanti ad un possibile sbaglio» sottolinea l’ormai ex funzionario. Ora Bacchiella si dedicherà allo sport, l’altra grande passione della vita: ciclismo, calcio di cui è stato anche un dirigente di una squadra locale e soprattutto tamburello.

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