"Mi rimetto in gioco e sfido i big del tambass"

SAMUEL VALLE. Il mezzovolo di Chiusano dopo anni di successi Open giocherà a Vignale.

Sto ritrovando qui nuove motivazioni. Ma attenzione a dire che sono il favorito: ho tutto da imparare

Lo stile, la grinta e la potenza di Samuel Valle, 34 anni: il chiusanese disputerà la sua prima stagione a “Muro” nel Vignale

Il muro mi ha sempre incuriosito ma i dirigenti mi hanno conquistato contagiandomi con il loro entusiasmo. Hanno saputo riaccendere quella fiammella della passione che nell'Open si stava spegnendo».
Samuel Valle è il nome nuovo del tambass, quello di bastioni e campanili che ai campi preferisce le piazze. L'asso chiusanese è l'ultimo "migrante" che dall'open si sposta a muro.
Mezzovolo che se esistesse il "Fantatamburello" alimenterebbe le aste tra giocatori. A convincerlo ci è riuscito il Vignale che su lui punta forte per provare a giocarsi fino in fondo il Tricolore. Società di alto lignaggio forte di cinque titoli in bacheca ma con ultimo impolverato essendo datato 2003, quando il campionato non assegnava ancora lo scudetto. «A luglio avevo lanciato l'ipotesi di potermi accasare a muro. Non mi sarei aspettato così tante richieste. Almeno quattro società mi hanno contattato. Vignale e Casa Paletti quelle che mi hanno corteggiato più a lungo. E' stato davvero bello vedere dirigenti appassionati che hanno mostrato progetti ed ambizioni. Mi ha personalmente gratificato» commenta Samuel Valle, 34 anni, ultima stagione a Solferino e l'anno prima scudettato a Cavaion.
«Ho ritrovato passione che è da sempre la spinta che mi porta in campo e, obiettivamente, nella A open si era andata a spegnere. Tra i paesi del muro torno a giocare a casa mia, davanti ai miei amici ed un pubblico che negli sferisteri open non si vede. Il movimento open sta vivendo un momento di stanca poi le infinite trasferte hanno avuto il loro peso: circa 35 mila chilometri all'anno, conosco ogni punto dell'autostrada, guard-rail compresi. Domenica ho apprezzato in mezz'ora essere sul campo e potersi trattenere qualche momento in più senza l'assillo di tre ore di cammino dopo».
Non c'è solo la distanza...
«C'è la programmazione che nella A open si concentra sui soliti pochi nomi noti e per il resto si rischia di far da comparsa. Da sempre gioco per provare a vincere. E' una legittima ambizione che viene prima dei rimborsi e dei premi. Con questo non voglio dire che lo sbarco a muro sia una scelta di non ritorno».
Nel muro sarà tutto nuovo...
«A chi mi pronostica già in finale rispondo che mi sono messo nella condizione peggiore. Vengo a sfidare i big sul loro campo e nella loro specialità. Mi pare che nessuno abbia fatto il contrario? E l'ho voluto fare a 34 anni nel pieno della maturità, al pari di quelli che saranno i miei avversari. Per me è nuovo pure avere il muro a fianco. Per tanti giocatori, anche non campioni, è un alleato che sanno sfruttare per mettermi in difficoltà. Io devo ancora famigliarizzare. Per ora ci diamo ancora del Lei, anche se per tutto novembre sono andato a ripetizione».
Quali le difficoltà nel nuovo contesto?
«Ho sempre disputato qualche incontro occasionale ma in passato da purista del colpo non concepivo l'impossibilità di mancare la pallina per qualcosa di imponderabile. Ora mi sto abituando e in questo il gruppo di Vignale mi aiuta. Mi coccolano i dirigenti, la società ed i compagni. E' un onore mio poter giocare con loro».
Perché proprio la società vignalese?
«Sono stati i primi a cercarmi con Andrea Morrone e Maurizio Francia, mi hanno lusingato. E poi c'è la componente tecnica visto che preferivo un campo su terra e dalle caratteristiche maggiormente regolari. Tutti gli indizi mi hanno portato al Porro come nuova casa».
Quali avversari teme maggiormente?
«Scontato dire Fracchia o Tirone, ma per un novellino tra i muri potrebbero rivelarsi ostica qualsiasi squadra. Sarà certamente un girone d'andata di apprendistato. Ma il campionato è lungo e ci saranno i play off, ovviamente sperando di essere tra i primi quattro». 

TORNA IL PORTACOMARO. Ecco le “magnifiche nove” formazioni del prossimo torneo monferrino

Erano e continueranno ad essere nove le formazioni a cullare il sogno dello scudetto a muro, tante quante gareggiarono nell'ultima annata ma col ritorno di Portacomaro. Risponde presente il Grazzano che nel 2019 ha messo a segno il "triplete" infilando campionato, Coppa Italia e Supercoppa. A lanciare la sfida agli aleramici di coach Penna e del presidente Redoglia ci sarànno il Montemagno allenato da Costanzo (finalista in campionato), ed ancora un rivoluzionato Moncalvo con nocchiero Bruno Porrato, il già citato Vignale ed ancora il Montechiaro di capitan Tirone, Castell'Alfero del coach Demaria, proseguendo con Casa Paletti Tonco e Calliano dei tecnici De Luca e Berruti. E poi Portacomaro che ritrova la serie A con il giocatore-allenatore Luca Stella andando a sostituire Rilate Montechiaro, nell'attività senior impegnato solo nella specialità open

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