"Al tambass non servono critiche e malizia"

La risposta del presidente del Comitato Piemonte Roberto Gino alle polemiche sulla questione punteggi

 Dopo un'estate fatta di partite, finali ma anche polemiche sulla "questione punteggi" ecco arrivare la risposta della Federtamburello. La firma è quella del portacomarese Roberto Gino presidente del Comitato Piemonte e membro della Commissione che organizza l'attività a muro e regista del sistema oggi da alcuni criticato. «Dopo mesi di discussioni in cui alcuni dirigenti, giocatori ed appassionati hanno animato (e continuano a farlo) stampa e social, ritengo fare alcune precisazioni ed una riflessione» interviene Gino. Il presidente ricorda che «questo nuovo sistema punti è nato nel 2015, perché si usciva da un campionato a sette con una classifica bizzarra con sei squadre ad un distacco tale da far perdere l'entusiasmo a giocatori e pubblico. Così si decise di trovare un sistema per invertire la rotta che stava portando il tambass ai minimi storici». Prosegue numero uno regionale: «Non conoscevamo nessuna formula magica e ci siamo inventati questo nuovo criterio per dare una scossa. Sono passati alcuni anni, nel frattempo le regole sono state affinate in base ai problemi emersi ed imprevedibili sebbene abbastanza articolato, al fine di tener conto di molteplici aspetti. Purtroppo non tiene conto della malizia di qualche dirigente. I fatto è che le formazioni in campo a contendersi lo scudetto nel 2016, 2017 e 2019 sono state nove (dieci nel 2018) e il parco giocatori variato. Qualcuno di loro ha smesso e non per colpa dei punteggi, ma molti altri sono arrivati dall'open, dando prestigio al campionato e nessuno di questi risulta che non abbia preso parte ad incontri per abbassarsi il punteggio e comunque i dati sulla carta non sono rilevanti. In questi anni abbiamo perso alcune piazze (Grana, Rocca d'Arazzo ed Ovada) ma non per colpa dei punti. La commissione può e deve sicuramente monitorare ed aiutare ogni società, ma non può sostituirsi alla dirigenza. In alcune realtà non c'è stato un rinnovo dei direttivi e non sì è investito nell'attività giovanile. Non c'è stato il ricambio generazionale in campo e tra i dirigenti, come invece è successo in altre società più dinamiche». Roberto Gino rimarca come "il compito della Commissione non è dare due o tre soluzioni tra cui scegliere, bensì avere una prospettiva del tamburello che sarà e di favorirne la crescita". Non vengono risparmiate critiche «per una settimana la piazza di Tonco, sede della Coppa Italia, è stata invasa da giovani muraioli e mentre i piccoli atleti regalavano spettacolo, alcuni dirigenti disquisivano sul sistema, forse più interessati alla contestazione». Si ribadisce poi che le riunioni con le società avvengono regolarmente. «Non serve allargare i tavoli di discussione, perché questo creerebbe solo confusione e ognuno direbbe la propria opinione di campanile e non per il bene del tamburello. Come chi quest'anno ha contestato il valore dei giocatori provenienti dalla serie A open quando l'anno prima la stessa regola faceva comodo» conclude Gino rinnovando l'invito a sottoporre idee e proposte consapevole che «si potrebbe comunque fare di più se chi vive all'interno il tambass aiutasse a valorizzarlo e non lo criticasse quotidianamente senza proporre idee concrete o sminuendo chi, comunque, ha provato trovando una formula diversa».

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