Grazzano, la festa del "triplete", il turismo e un'ospite speciale

Piero Monti al centro con Giovanna Paladino (Intesa San Paolo)

Questo è un frammento di storia che conferma come l'intreccio tra gli sport tradizionali (tambass, balon) e la promozione del territorio non sia solo una chimera, ma qualcosa di concreto. Dunque, accade che giovedì sera il Grazzano pigliatutto del tamburello a muro festeggi il suo «triplete» (scudetto, Coppa Italia, Supercoppa) nella solita, rustica ma suggestiva e accogliente «location» (il termine va di moda adesso, ma significa semplicemente «posto dove si sta bene», molto bene dal punto di vista enoculinario) del Circolo Combattenti. E che tra gli ospiti della festa di un paese che ha fatto del tamburello la sua bandiera (senza dimenticare di aver dato i natali al Maresciallo Pietro Badoglio e accolto le spoglie del marchese Aleramo, «signore» del Monferrato) ci sia anche Giovanna Paladino, dirigente di Intesa San Paolo e capo dello staff del presidentissimo Gianmaria Gros-Pietro. Una «cittadina del mondo» a tutti gli effetti, milanese di origine, un po' romana e un po' torinese di adozione, spesso in viaggio nei vari continenti per lavoro e di certo abituata a frequentare anche alberghi e ristoranti esclusivi. La signora, mai stata prima nel Monferrato, arriva a Grazzano di pomeriggio («trascinata da amici con origini grazzanesi»), scopre un paese e un territorio «bellissimi» (testuale) e di sera si trova proiettata nel vortice di festeggiamenti con squadra e giocatori di uno sport di cui aveva sentito parlare («ma solo un pochino» confessa). Atmosfera antica, formato famiglia. E, passato lo stupore iniziale, comincia a «sentirsi come a casa, come fossi sempre stata lì con loro», al centro di un'accoglienza inaspettata. E poi a fine festa, ammetterà (con quel tocco di naturale eleganza che ha subito fatto breccia tra i grazzanesi): «Torino è più freddina sul piano dei rapporti umani e io francamente non mi aspettavo che il mondo della campagna si aprisse così con una forestiera. Il Monferrato? Fantastico: se mi inviteranno ancora ci tornerò certamente. Merita di essere conosciuto. E vissuto». Come dire: Grazzano ha vinto ancora. E stavolta non solo sul campo da tamburello.

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