"Tambass senza vivaio. Investiamo sui ragazzi non soltanto sui big"

Il fondocampista grazzanese Emanuele Stracuzzi

Il patron del Montemagno Griffi trova alleati contro il sistema punti. Caranzano rilancia: “Manca il settore giovanile, e nessuno ne parla”

C'è chi plaude, chi condivide, altri si uniscono. Ma sono poche le voci favorevoli ai punteggi che pure da quattro anni governano il tambass ma mai come in questa estate paiono scaldare le piazze silenti del tamburello giocato. L'ultimo intervento di Giulio Griffi ha evidenziato alcune storture nel sistema che, per livellare le squadre, assegna un punteggio a ogni atleta imponendo che la somma totale non superi il monte fissato dalla commissione storica, che per il 2020 sarà di 1050 (quest'anno era 1120).
«I terzini sono conteggiati tutti a zero punti. Ma come si fa a dire che Massimo Savio sia di pari livello ad altri giocatori in analogo ruolo? E dicendo questo non faccio certamente un favore alla mia società», torna sull'argomento il patron del Montemagno. «Poi mi si deve spiegare perché questo sistema permetta che un giocatore venga schierato per un solo 15 in tutto il campionato, perché palesemente infortunato e dunque subito dopo sostituito, con unico obiettivo avere un punteggio inferiore rispetto a quanto avrebbe se non avesse disputato neppure una gara nella stagione? Forse che non sia più lo stesso atleta a distanza di un anno? », lamenta un altro dirigente. 
«Credo che con la sua esternazione Giulio Griffi abbia stigmatizzato il sentimento che anima diversi colleghi delle squadre a muro, e a lui va il plauso di aver manifestato pubblicamente il suo pensiero al contrario di alcuni che abbaiano al bar per poi fare il yesman - aggiunge Paolo Marca - si può essere d'accordo o meno, ma meglio aver a che fare con una persona leale piuttosto che con chi agisce in modo poco trasparente. Questo non per interessi di bottega (sempre presenti) ma nel solo esclusivo interesse del tambass». 
Sugli investimenti ingenti da parte delle società per alcuni big prende la parola Roberto Caranzano, avvocato e presidente della Commissione giustizia della Federtamburello. «Perché nessuno parla del settore giovanile che manca nel muro? Perché i 10-15 mila euro di ingaggi non vengono investiti sui giovani? Perché nessuno si preoccupa di formare nuovi giocatori sulle piazze del Monferrato? », si chiede Caranzano. 
La risposta arriva da Grazzano, per voce del dirigente Piero Monti: «Che cosa serve investire sui giovani del proprio paese se poi questi sono costretti ad emigrare per giocare?». E sui giovani si inserisce anche Mauro Marengo, docente di educazione fisica e titolare della palestra Fidia di Asti, ma anche grande appassionato degli sferisteri e primo allenatore del Callianetto: «Sarebbe giusto azzerare i punti a quegli atleti che continuano a militare nella squadra in cui sono cresciuti sportivamente, a prescindere dalla carta d'identità. Ovviamente se una volta affermati decideranno di capitalizzare le proprie qualità accasandosi altrove vedrebbero assegnati tutti i punti fino ad allora maturati». 
Nella discussione si inserisce anche un giocatore: Emanuele Stracuzzi, finalista con la maglia del Montemagno. Dal battitore grazzanese un invito alle società: «Alle volte le scelte nell'ingaggiare giocatori seguono più la simpatia o la conoscenza personale, seguendo più il sentimento del tifoso piuttosto che la programmazione da dirigente. Fattori che spesso si rivelano la differenza tra una squadra vincente od un campionato da comparsa».

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