Il patron del Montemagno: "Rischiamo un campionato per squadre con soli big"

 

Giulio Griffi patron del Montemagno

«E' giusto provare a livellare le squadre, sbagliato farlo in funzione del Grazzano». Entra dritto nel vivo Giulio Griffi, patron del Montemagno che per ultimo si è dovuto arrendere ai campioni aleramici. L'argomento sono i punteggi con cui ormai da diverse stagioni le società della serie A del tamburello a muro si debbono confrontare per allestire le rose. «Il Montemagno ha nei suoi due giocatori principali (Botteon e Molino) 1020 quando il nuovo limite è di 1050 (nel 2019 era 1120). Tutti si sono stupiti che abbia lasciato tutti liberi: praticamente impossibile qualsiasi combinazione e difficile renderla competitiva con uno di loro» interviene Griffi. Nell'elenco dei potenziali giocatori della A muro vi sono una quindicina che hanno tra 200 e 300 punti che con un limite ridotto rischiano concretamente di trovare un ingaggio. «Alla fine seguendo la loro grande passione si potrebbero mettere assieme per perdere punti e magari anche partite. Poi tra due o tre anni aspirare ad un'annata di gloria» prosegue nell'analisi il dirigente di Montemagno che risponde pure a coloro che gli suggeriscono di "pescare" nuove linfe nella serie C open «valgono 100 punti, ma scelta limitata ad una mano». «Inizia il campionato e sai già in partenza che i vari Arrobbio, Stracuzzi alla fine saranno costretti a cambiare squadra avendo fatto indigestione di punti. Non parliamo del 251 punti attribuiti a Bertone fortissimo quell'anno: una vera cattiveria!". Il numero è solo il risultato ma Giulio Griffi non condivide neppure l'operazione, e non quella oggettiva e matematica. «Mi è stato ribadito che il monte è stato ridotto in quanto confermandolo a 1120 Biletta poteva tornare a Grazzano. Troverei più giusto dire che Biletta non lo facciano giocare in casa per ordinanza, dando però a tutti gli altri la piena possibilità di sfidare e magari battere sul campo Vittorio Fracchia, un campione in assoluto che per il tambass dà tutto» aggiunge Griffi. Il dirigente non risparmia critiche sugli assi dell'open che trovano nel tambass paiono aver trovato nuova frontiera della carriera «arrivano con in dote 300 punti e per due anni vivono di rendita. Pare logico che i vari Dacasto, Guolo, Sappa, Bonelli, La Rosa ed altri abbiano gli stessi punti di Samuel Valle? Lo trovo un non senso in queste incongruenze che equiparano nei punti campioni e comprimari, coi secondi comunque decisivi per un "15" come e più nel fare squadra». Le prospettive sul campionato che verrà da Montemagno non paiono troppo rosee: «vedo il concreto rischio di un campionato con sei-sette squadre, quelle in grado di avere in dote i big, e gli altri smettano di giocare anche perché non possono comunque farlo in B superando il limite. E la motivazione è evitare di riportare Biletta a fianco a Fracchia. Come se il Grazzano avesse smesso di vincere negli ultimi anni?!». L'ultima considerazione di Griffi è sulle piazze: «forse non tutti sanno le grandi difficoltà che abbiamo nei paesi che per sferisterio hanno la piazza, però il tambass è proprio quello. La sua unicità che la fa avvicinare anche ai turisti in giro per il Monferrato e richiama centinaia di spettatori anche prima della finale». 

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