Stracuzzi e Botteon durante uno scambio nella finalissima
La delusione è il sentimento che vince su quelli di rammarico ed amarezza che aleggiano tra le fila degli sconfitti. «In Coppa occorrerà fare uno sforzo in più, vincere la finale» prova a non perdere il sorriso guardando avanti il fondocampista e capitano Alberto Botteon, subito dopo aver vissuto la sua prima finale nel muro. Specialità a cui il poliziotto di Robella si è affacciato dopo le tante stagioni da protagonista nella serie A open. «Un mondo in cui a volte si gioca davanti a 30 persone, mentre qui è stato davvero motivante ed emozionante trovarsi in una così bella cornice di pubblico. Spiace non aver regalato la gioia a quello di fede biancorossa» prosegue Botteon, per un paio di trampolini schierato da mezzovolo arretrando Riccardo Molino. «La svolta quando avanti 7-5 abbiamo mancato un punto, al contrario abbiamo incassato un parziale poi rivelatosi impossibile da recuperare. Sul finale obiettivamente abbiamo ceduto anche perché Molino è tornato ad accusare dolore e le energie ficiche e mentali erano di fatto esaurite. Onore e complimenti al Grazzano». Obiettivamente a fondocampo il voto migliore se lo è guadagnato il compagno Emanuele Stracuzzi. Per lui un derby personale, visto che risiede a Grazzano, che lo vedeva per la seconda volta rivale in una finale scudetto dopo quella quando era a Moncalvo (in quel caso al meglio delle tre partite). «Speravo in questa, anzi ci contavo davvero. Penso di aver assolto al mio compito: rimettere e senza troppi errori» precisa il battitore. Il presidente Paolo Monaca, che assieme al patron Giulio Griffi ha vissuto e sofferto in panchina, ammette: «Sportivamente plaudo i vincitori, ma qualche cosa di più si poteva e doveva fare».