Grazzano: il paese che sbanca il tamburello a muro

"Per noi il tamburello è meglio del calcio" [foto Giulio Morra]

È il paese che ospita le spoglie del marchese Aleramo, il «fondatore» del Monferrato e che ha dato i natali al Maresciallo d'Italia, Pietro Badoglio. Ma Grazzano (Badoglio, appunto), borgo di neppure 700 anime, punteggiato dai vigneti tra Astigiano e Casalese, vive un altro straordinario momento di esaltazione collettiva per la vittoria nel torneo di tamburello a muro del Monferrato. Domenica i bianco-nero-gialli grazzanesi hanno battuto i rivali del Montemagno (paese quasi confinante) conquistando il tredicesimo titolo della loro storia (su poco più di 40 edizioni), collezionando il settimo sigillo delle ultime 8 finali.
Una sorta di Juventus del tamburello, considerando che un titolo era sfuggito per un pasticcio burocratico-sportivo (errori nell'assegnazione dei punteggi ai giocatori, introdotti per rendere più equilibrato il torneo). Domenica tutto il paese era a fare il tifo nello sferisterio di Vignale, considerato una sorta di tempio del tamburello (e anche della pallapugno, altro sport tipico di queste terre). Il tamburello (che qui chiamano tambass) ha le stesse regole del tennis, ma si pratica (5 giocatori per squadra) su campi lunghi 80 metri e larghi 20 nella versione «open» (quella senza muri di appoggio) e dalle misure variabili nel torneo dei bastioni, all'ombra di torri e muri spessio di origine medievale. 
Il colpo d'occhio è assicurato e lo spettacolo pure. Grazzano vive per questo sport. «Da noi il calcio non prende: i nostri bimbi sin dall'asilo hanno il tamburello in mano» racconta il dirigente supertifoso ed ex sindaco Piero Monti. Un paese diventato il «buen retiro» di professionisti e dirigenti d'azienda milanesi o torinesi, subito «arruolati» tra i fan del super Grazzano. «Domenica - rivela Monti - c'è chi è rimasto per ore al telefono dalle vacanze per sapere come andava la partita». Così, nella dolce sera del trionfo, i grazzanesi hanno arruolato le cuoche del paese per la cena della vittoria, naturalmente nel cortile del Circolo Combattenti. Cento posti esauriti a tempo di record.

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