Padova: una realtà in costante crescita

Padova: una società in costante crescita. Le dichiarazioni di Roberta Sommaggio ed Elisa Ricciato, grandi artefici della crescita del tamburello euganeo.

in foto giocatori del Padova impegnati nel tambeach

Il tamburello indoor di recente nel femminile ha messo in luce splendide realtà in netta crescita. Fra queste è doveroso menzionare la società Padova, capace sia femminile sia nel maschile, nella specialità indoor di riuscire a mettere in difficoltà formazioni più blasonate. Le compagini euganee meritano un plauso per la costanza e la voglia di crescere. Per dare maggiore visibilità a questa società, abbiamo scambiato alcune dichiarazioni con Elisa Ricciato, punto di forza della squadra veneta e Roberta Sommaggio. Quest'ultima oltre a svolgere il ruolo di atleta, lo scorso 13 febbraio, in occasione della 40° assemblea elettiva è stata eletta nel nuovo consiglio federale, come consigliere in quota atleti. Queste le dichiarazioni di Elisa Ricciato

Quando è nata la società Padova tamburello e come si è sviluppata in questi anni?

La nostra società sportiva è nata il 10 dicembre 2013. Il movimento sportivo era già attivo grazie all’incontro di ragazzi e ragazze che praticavano la palla tamburello fin dal 2010 presso il Centro Universitario Studentesco della città. Alcuni di questi atleti avevano già conosciuto questo sport in altre squadre, quali Solesino (Pd), Colbertaldo (Tv) e all'estero, presso la Federazione Sportiva di Tamburello della Catalogna. Forti di queste diverse esperienze e provenienze, e con l'entusiasmo di molti nuovi atleti, i soci hanno via via organizzato una fitta attività di tamburello, tambeach e indoor. Dopo un primo anno di affiliazione al propositivo ente di promozione sportiva Libertas, l’Asd si è affiliata alla Federazione Italiana Palla Tamburello per poter disputare i campionati federali. Nella stagione 2014/2015 la società ha partecipato ai campionati nazionali indoor e nel contempo ha preso parte a diversi tornei ufficiali di tambeach in Veneto, Sicilia, Piemonte e Catalogna, ottenendo ottimi piazzamenti. Negli anni successivi il livello tecnico è aumentato grazie all'impegno e all'organizzazione delle attività volte a diffondere questo sport. Nel 2015 e nel 2016 gli atleti e le atlete tambeach sono arrivate alle finali nazionali trasmesse diverse volte su Rai Sport. Il 2016 ha visto anche un primo approccio verso la disciplina dell’Open, quella maggiormente diffusa in Italia. La squadra maschile nel 2017 si è iscritta, dopo oltre 100 anni a un campionato federale di tamburello Open, la serie C/D del Centro Italia. Gli atleti hanno raccolto buon gioco e diversi apprezzamenti dalle altre squadre blasonate e di centenaria tradizione. Negli anni a seguire la società ha mantenuto la sua partecipazione ai campionati Indoor di serie B maschile e femminile e ai campionati di tambeach, incrementando la preparazione degli atleti e ottenendo grandi soddisfazioni in entrambe le discipline. I soci da anni partecipano attivamente, fuori dalle attività dell’associazione, al successo dei Ludi del Bo di Palla Tamburello, sempre in collaborazione con il Centro Universitario Studentesco di Padova, e si dedicano con entusiasmo alla diffusione della Palla Tamburello nelle scuole della provincia e presso i centri sportivi.

Negli ultimi campionati avete affrontato squadre forti e blasonate, tutto questo quanto ha contribuito alla crescita delle giocatrici e dei giocatori?

La possibilità di gareggiare contro squadre di livello superiore rispetto al nostro contribuisce indubbiamente a incrementare la crescita di noi giocatrici e giocatori e ci permette di assorbire alcune componenti, sfumature e strategie di gioco che non sempre si manifestano durante i nostri allenamenti in preparazione al campionato. La nostra società si è avvicinata al meraviglioso mondo del tamburello poco più di 5 anni fa, a differenza della maggioranza delle altre squadre che hanno cominciato il loro percorso in età molto molto giovane. In questa diversità mi piace sempre cogliere il lato positivo di poter imparare tantissimo dagli incontri che disputiamo, quasi fossero degli allenamenti di alto livello da cui scorgere dettagli e nei quali provare concretamente quelle formule di gioco che spingono la squadra ad acquisire maggiore controllo e sicurezza in campo senza mai perdere di vista l’obbiettivo della giornata: vincere. Ed è con sommo piacere che non posso non citare, con una forte emozione nel cuore, la nostra prima vittoria in campionato giocata quest’anno in casa a fine gennaio. Nella categoria femminile indoor serie B, combattuta fino all’ultimo gioco, siamo riuscite a conquistarci la partita mantenendo sempre alta la lucidità in campo sia a livello psicologico che a livello fisico, senza mai smettere di credere nello spirito di squadra guidato da complicità, ascolto e fiducia.

Come vedi il futuro per la tua società? Continuerete con i campionati indoor?

Per la nostra società vedo un futuro di crescita, ricco di progetti, di formazione e soprattutto di entusiasmo nel voler fermamente perseguire gli obiettivi a breve e lungo termine che come Consiglio Direttivo ci siamo prefissati. Continueremo senza ombra di dubbio con i campionati indoor che confido vengano rivisitati nella durata per il prossimo anno. E’ un peccato che una bella disciplina come quella del tamburello indoor si esaurisca in un paio di mesi; mi piacerebbe dare continuità tutto l’anno per permettere a tutte quelle società, che come noi al momento non hanno la possibilità di praticare il tamburello open, di sfruttare a pieno la stagione accrescendo la propria passione per questo sport.

Cosa ti piace del tamburello in particolar modo?

Ho avuto modo di partecipare a un torneo di Open a Marco, in Trentino. E’ stata una bellissima esperienza che ho vissuto con un bagaglio di conoscenze e capacità Indoor e Tambeach, discipline che si discostano di parecchio dalle modalità di gioco dell’Open e per le quali non posso negare la mia reale passione. Sono nata nella madrepatria del Tambeach, in Sicilia. Si dice che il primo amore non si scorda mai. Effettivamente così è stato anche per me. Dopo anni trascorsi a giocare in spiaggia con i miei amici durante le vacanze estive, poter fare parte di una società che non solo partecipa a campionati nazionali organizzati dalla Federazione, ma organizza anche tornei a livello nazionale e, se non fosse stato per l’emergenza sanitaria in atto, anche a livello internazionale, è davvero una gioia immensa. Prima di entrare nell’Asd non conoscevo le altre discipline. Una scintilla è indubbiamente scoccata quando ho scoperto l’Indoor; sebbene completamente diverso dal Tambeach, mi ha incuriosita sempre più fino ad appassionarmi. Da questa mia piccola testimonianza traspare che del tamburello mi piace molto la diversità delle discipline in cui si sviluppa, aspetto che permette di sperimentare tecniche e strategie di gioco del tutto differenti. Da una parte un campo di sabbia con una rete alta più di 2 metri nel quale la prontezza del movimento viene messa a dura prova e in cui si condivide una forte intesa con il proprio compagno studiando il colpo vincente per sorprendere l’avversario, dall’altra un ampio campo di gioco senza rete in cui la complicità è estesa a tre giocatori che impiegano le proprie forze ed energie utilizzando il proprio corpo per sferrare il colpo che metta in difficoltà l’altra squadra.

Queste le dichiarazioni di Roberta Sommaggio. 

Come hai conosciuto il tamburello e cosa ti piace maggiormente di questa disciplina?

Ho conosciuto e iniziato a giocare a Tamburello solo nel 2007 a Barcellona, giocando a Tambeach con i ragazzi della Federació catalana de tamborí  http://www.tamcat.org/, conosciuti in spiaggia. Mi sono da subito appassionata a questo sport, tanto che ogni anno ho partecipato al loro torneo di tambeach. Tornata in Italia nel 2011 assieme a mio marito, abbiamo conosciuto Damiano Fusaro, un ex-giocatore super appassionato che organizzava delle attività di Tamburello con l'Università di Padova. Grazie a lui e ad altri amici che si sono subito appassionati abbiamo fondato quasi per scherzo la nostra Società, nel 2013, nonostante le difficoltà nel creare una società partendo da zero. La cosa che mi piace di più di questa disciplina (parlo del Tambeach e Indoor, perchè Open non lo pratico ancora) è il movimento e il vedere con quanta precisione alcuni atleti riescono a mettere la pallina proprio lì, nei posti irraggiungibili e impossibili da prendere. Il bello è proprio la sfida nel prendere queste palline, capendo anche dal movimento del corpo dell'avversario.

Come ti è sembrato l'ultimo campionato indoor femminile e quali le squadre che ti sono sembrate più forti?

Fantastico!Per fortuna nonostante il COVID abbiamo potuto allenarci e giocare, confrontandoci con delle campionesse. Per noi le partite di campionato sono l'allenamento migliore che possiamo avere. Il campionato purtroppo è durato poco, troppo poco, ma verranno tempi migliori. Tutte le squadre contro cui abbiamo giocato erano fortissime, ma siamo migliorate molto anche noi, nonostante la poca esperienza in campo. Siamo riuscite a vincere la nostra prima partita della storia. Avevo le lacrime. La squadra più forte che abbiamo incontrato comunque è stato il Cereta, che ha raggiunto ottimi risultati. Anche il Valgatara e il Cavalcaselle con cui ci sentiamo in amicizia sono state davvero fortissime!

Parlando del Padova, i progressi negli ultimi anni ci sono stati, a tuo giudizio dove si deve migliorare ancora e quali sono i vostri punti di forza?

I progressi nella squadra femminile ci sono stati eccome, come dicevo abbiamo vinto la nostra prima partita, merito del nostro capitano Elisa Ricciato che veramente è stato il punto cardine della squadra sia in tecnica che in resistenza fisica. Vogliamo migliorare, e ci teniamo molto. Accettiamo sempre i consigli degli allenatori delle squadre con cui ci affrontiamo e siamo felici quando riceviamo dei complimenti sui nostri miglioramenti rispetto all'anno precedente. Dovremo migliorare nella tecnica e nelle battute secondo me. Il nostro punto forza è la passione e il gruppo che abbiamo a Padova con tutti i soci e amici che ci sostengono.

Prospettive per il futuro, pensi che sia possibile iniziare a praticare anche la specialità open?

Si certamente, noi siamo aperti ad imparare e provare tutto. Il Padova ha comunque già gareggiato a due campionati Open maschili D/C (seppur con le difficoltà di non avere un proprio campo da gioco in provincia), oltre che a tornei in Italia e Francia (Les Pennes de M.). Attualmente facciamo fatica attualmente a praticare l'open per questo motivo, vediamo il futuro cosa ci riserva.

Lo scorso 13 febbraio sei stata eletta nel Consiglio Federale con la squadra che sosteneva Edoardo Facchetti. Quali sono i tuoi principali progetti per la Federazione?

Per prima cosa sono molto felice di essere stata eletta e avere questo nuovo incarico con la squadra di Edoardo Facchetti. Siamo un bel gruppo. Dateci fiducia e siate costruttivi nei vostri consigli, noi ce la metteremo tutta a fare un ottimo lavoro. Avrei un sacco di progetti che forse 4 anni non basterebbero. Sicuramente uno dei progetti sarà di aiutare le società in difficoltà a non crollare, ma a rimettersi in gioco e anche di far nascere delle società in quei territori, dove il tamburello non c'è o è poco diffuso, visto la mia esperienza di creare una nuova società partendo da zero. Credo anche che la disciplina da giocare vada scelta anche in base alle risorse del territorio. Non per forza tutte le società devono fare Open, Indoor, Muro e Tambeach, si può iniziare anche con una sola disciplina in base alle risorse. Noi siamo partiti dal Tambeach in 6 persone, poi abbiamo fatto indoor e chi lo sa magari poi faremo Open. Quindi credo che tutte le discipline siano importanti pur che il tamburello venga giocato e appassioni.

 Un altro progetto è quello di incrementare il settore giovanile, che è una cosa che tutti vogliono e che è la base della crescita di una federazione e sono convinta che ce la metteremo tutta per questo.

Inoltre, io sono molto coinvolta nel Tambeach, lo adoro. L'obiettivo è che venga considerato uno sport vero e non solo un gioco da spiaggia. Quindi con un regolamento tecnico, con  allenamenti, con un campionato con fasi provinciali, regionali e nazionali. Certamente può sembrare più semplice rispetto all'open o all'indoor a livello di tecnica,  ma forse è proprio questo il suo punto di forza. Il tambeach piace sempre e diverte. In realtà anche il tambeach ha molta tecnica e resistenza fisica. La prima volta che ho visto giocare i siciliani a Caucana, ho visto i più bei spettacoli della mia vita, per me all'epoca irraggiungibili. Ora sono felice di vederli anche qui da noi a Padova, dopo anni di allenamento nonostante non ci sia la spiaggia.

 

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