(PAOLO CORNERO-UFFICIO STAMPA SUBALCUNEO) - Il cuneese Federico Raviola con Davide Dutto in Supercoppa
«Era ora che cominciassi a vincere qualcosa anch’io». L’ironico disincanto con cui Federico Raviola ha accolto il suo primo «triplete» (scudetto, Coppa Italia e Supercoppa) esprime l’indole dell’atleta di Mondovì, «emigrato» a Cuneo per diventare grande nella pallapugno. Lo scorso anno è salito sul trono del balon, ai danni dei «mostri sacri» Massimo Vacchetto e Bruno Campagno dominatori delle precedenti stagioni.
La «nouvelle vague» li ha definitivamente scalzati?
«Piano piano. Massimo e Bruno hanno avuto problemi fisici, ma torneranno protagonisti. Hanno due belle squadre e un forte spirito di rivalsa dopo le delusioni. Saranno di nuovo ai vertici, ma forse troveranno più concorrenza».
Lo scudetto sarà quindi un «affare» a tre?
«Non credo. Saremo di più, perché ci sono altri giocatori che stanno crescendo e che possono puntare, da “outsider”, alla finale, come è successo a me e Dutto nel 2018».
Qualche nome?
«Paolo Vacchetto, già arrivato vicino al massimo e che con un anno in più d’esperienza può fare bene».
Che torneo ci dobbiamo aspettare?
«Intanto molto giovane. Campagno, che ha 30 anni, è il decano; io, con 25, sono fra quelli meno giovani. Il ricambio c’è stato a tutto vantaggio della pallapugno».
Com’è la sua squadra?
«Molto cambiata come sempre accade a chi vince lo scudetto. Ci conosciamo ancora poco; abbiamo bisogno di crescere e giocare molto insieme per diventare davvero una squadra».
Come ha passato l’inverno?
«Abbiamo festeggiato il giusto, ma anche lavorato molto per essere pronti. Il mio allenatore è Giuliano Bellanti, uno che non permette atteggiamenti troppo rilassati. È un campione e sa come ci si prepara a vincere».