Cerro Tanaro il paese della maestra e del campione

Ancora una cartolina tratta dalla collezione di Franco Semenzin, con uno scorcio di fine Anni 20 di Cerro Tanaro

il paese che trae nome dal luogo della sua ubicazione: un territorio suddiviso tra la collina, un tempo fitta di boschi di cerro (dal tardo latino «cerrus», cioè quercia) e la pianura alluvionale confinante con il Tanaro. Ecco la via intitolata a Gioacchino Palazzolo, personaggio di spicco della comunità e campione di pallone a bracciale, all’angolo con piazza Ercole, ora dedicata a Maria Ballario, la maestra che per diversi decenni insegnò a Cerro. Non deve stupire la moltitudine di persone in quegli anni attirate ed incuriosite dalla presenza del fotografo. L’alta casa d’angolo (che ospitò a lungo il Comune, le scuole e le poste) oggi è di Donato Magistro. Accanto, su via Palazzolo, c’era la stalla, il vasto cortile ed il grande edificio padronale del medico Sardi, che poi passò alla famiglia Fava di Quattordio e che ora appartiene ad Adriano Malaga. La casa in fondo a via Palazzolo, è di Gianni Galluzzo.

Gioacchino Palazzolo

«Tu, Palazzolo, puoi raggiungere e superare tutte le mete in fatto di pallone col bracciale». L’auspicio del De Amicis non poteva essere più veritiero. Gioacchino, infatti, divenne l’idolo degli sferisteri rivelandosi atleta di eccezionali doti. 
Nato a Cerro Tanaro (Asti) il 20 gennaio 1883, dopo le esperienze giovanili nel palloncino, nel 1904, debuttò tra i professionisti del pallone col bracciale al Porta Sempione di Milano, con la compagnia capeggiata da Dante Ulivi, affermandosi subito come giocatore di grandi qualità.
Iniziò, così, il suo lungo amore con il bracciale che lo portò a raccogliere fama e successi a Torino, Roma, Firenze, Bologna, Livorno e Pisa. Era, per tutti, un avversario temibilissimo sia quando scendeva irruente dal trampolino sia quando si piazzava con «aria minacciosa e di sfida» alla rimessa. 
Nel 1915, con Paolo Gay, fece costruire a Torino il nuovo sferisterio “Dora”, che non ebbe però molta fortuna: dopo un solo anno di attività, l’impianto fu requisito dalle Autorità militari e riaperto solo nel 1921, per poi venire chiuso definitivamente nel 1925.
Oltre al pallone, Palazzolo praticò anche altri sport, dimostrando una versatilità non comune: partecipò ad alcune manifestazioni motoristiche su pista; fu anche campione di tiro al volo e al piccione.
Dalla fine degli anni trenta al 1942, fu direttore dello sferisterio Giovanni Marradi di Livorno. (da “Artisti degli sferisteri …”)

Gioacchino Palazzolo in foto fonte Compagnia del Pallone Grosso della Misericordia di Monte San Savino

Tweet

Dona al sito Tambass.org
E dai, offrimi un calice di vino!
Siate generosi, per favore

Meteo

giweather joomla module

Facebook Slider Likebox

Login

Facebook Slider Likebox

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per personalizzare i contenuti. Per informazioni o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie leggi la nostra Cookie Policy Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando su qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookie. Per maggiori informazioni sui Cookies e su come disabilitarli, potete visitare la nostra pagina di privacy policy.

  Accetto i Cookie da parte di questo sito.