Agosto 2018 con le tre coccarde

SCRITTE GRANDI PAGINE DI SFERISTICA NELLE FINALI DI COPPA ITALIA

Gino Sassone il 14 agosto era a presenziare a Moncalvo per l'esibizione di pallapugno a fini benefici Una partita per un respiro 2.0. Avrei dovuto fargli compagnia ma uno slancio sblocca burocrazia mi ha consentito di potermi gustare le finali di Coppa Italia open di tamburello nell'alto mantovano. Con questo metto a segno il poco invidiabile primato di aver assistito a tutte le finali open della sferistica in questo agosto di grandi emozioni.

La Coppa Italia a partire dal calcio è sempre stato territorio sconfinato di esperimenti di vario genere con formule che mutano ogni volta alla ricerca dell'ignoto o dell'assoluto. La sferistica non è da meno accodandosi e sperimentando a piene mani. Ciò non toglie che la conquista della coccarda pur non avendo l'importanza di uno scudetto è sempre un vanto per società e atleti.

Nel tamburello open si è anticipato la sperimentazione dei set in campionato togliendo suspence alla Coppa Italia ma l'effetto è stato comunque dirompente. Nove partite sono finite al tie break e ben sette vinte da chi ha conquistato il secondo. Alcuni set sono finiti all'ultima pallina, Nino Piana inorridirebbe  giocarsi mezza gara in un 40 pari secco ma per il pubblico è adrenalina se non tutela dei più deboli per le anime belle. Sono tornati i gironi a tre che mi fan venire l'orticaria anche se Castellaro e Ceresara non han fatto il biscotto. Una Coppa Italia con tanta carne al fuoco, lunga e frammentata. Sessioni pomeridiane con pochi intimi meglio nelle notturne. L'organizzazione delle tre società mantovane ha ben funzionato ed anche Guidizzolo meriterebbe la finale.

La finale Cavaion - Castellaro invece ha regalato quattro ore di emozioni. Una bella cornice di pubblico ma poteva essere di più per l'assenza di quelli che doveva finire tanti a pochi. Il Castellaro per gli sceneggiatori meritava di vincere ma il Cavaion non è un'Opera pia ed ha dimostrato ancora una volta carattere e valore assoluto anche se meno infallibile di quello che sembrava. Castellaro avanti 5-0 con una Luca Festi strepitoso ed un Bottero degno di stare con i  migliori, il Cavaion intanto carbura e li raggiunge ma perde il set. Nel secondo si lotta nella prima parte poi i veronesi cambiano marcia. Si va alla lotteria del tie break dove succede di tutto la rottura del tamburello di Beltrami, un punto fenomeno di Valle, un errore clamoroso di Ioris, la riga presa da Merighi, risultato la Coppa resta a Cavaion ma applausi per tutti. 

Nel muro va ripensata la data essendo molti tornati a far le agognate ferie e di vacanzieri arrivati per seguire la Coppa non se ne sono visti. Le squadre poco motivate si sono presentate solo per onore di firma. Neanche un centinaio di persone per Grazzano - Montemagno deve far riflettere. La società del Vignale ha fatto il possibile per rendere l'edizione memorabile in uno sferisterio dove lo spettatore è coccolato per comodità e servizi vari. In semifinale la sorpresa della rivincita delle deluse del campionato Vignale e Montemagno. Una manifestazione senza fronzoli, senza nani e ballerine in cui lo sport è il grande protagonista.

Da qualche anno si gioca in 4 per cui scompaiono i terzini paratori diventando anche in prima linea giocatori protagonisti. Si va ai 16 giochi e comunque le partite non sono corte oltre le due ore e mezza (quella che intendo per ragionevole durata).

Il pubblico è accorso numeroso solo per la finale e qui gli sceneggiatori si sono sbizzarriti con la vittoria ai trampolini del Vignale. Squadra da anni fatta senza stracciarsi le vesti per valorizzare dei giovani che han sempre dato spettacolo anche troppo quando a volte ci andava più cinismo. Chi ama il tamburello penso si sia emozionato a vedere gioire questa squadra perdipiù contro un avversario di grande valore.

Nella pallapugno è arrivata una formula per la Coppa Italia ultrasnella. Le prime due dell'andata e le prime due del ritorno (sono state 4 squadre diverse). Semifinale secca in notturna in campi di grande capienza come Madonna del Pasco e Dogliani. Tre giorni di finali di tutte le categorie ad Andora. Qui affronteremo solo quella di serie A tra Raviola e Max Vacchetto usciti vittoriosi con Paolo Vacchetto e Campagno.

Sceneggiatori si sono superati, sarà per l'influsso del sale marino o per il grande ambiente del movimento ligure di cui la pallapugno non può fare a meno. Si aspettava la prima grande affermazione di Federico Raviola che è un bene per la promozione di questo sport. Max Vacchetto e Campagno avranno altre occasioni per rifarsi e con Paolo Vacchetto adesso si arriva ai Fab Four. Ci sarà da divertirsi da adesso in avanti. 

Un Raviola strepitoso supportato da una super squadra, Max Vacchetto non al meglio ma con alcuni lampi di genio e compagni non sempre convincenti riescono ad andare 5-3. Riposo 5 pari e secondo tempo tutto di marca cuneese. Tanti gente con tavolate a fondo campo. Anche Andora città europea dello sport ha lasciato il segno.

Sferistica fa rima con buona tavola. Tra i ristoratori in evidenza La Pesa di Castellaro adiacente al campo di tamburello, sede di riferimento della manifestazione. Diego Ferri come tutti i castellaresi in gioventù dava qualche colpo poi gli è mancato il tempo diventando un numero uno della ristorazione. Eravamo lì la domenica del crollo del ponte Morandi, Diego commosso al pianoforte intona Genova per noi dandoci conforto per tutto quello che la Superba rappresenta per noi piemontesi.

Da Vignale si scende verso Altavilla alla Trattoria pizzeria Al Tranvai (conviene prenotare essendo spesso pieno) regno di Carlo Giolo mezzovolo dirompente nei trascorsi a Montemagno. Si mangia bene e si trova sempre qualcuno con cui discettare di tambass.

Da Andora si è saliti nell'entroterra inerpicandosi sommersi dagli ulivi a Testico, un piccolo e ridente paesino di 200 anime, dove l'indimenticabile campione Ricky Aicardi titolare dell'Osteria du Bacan delizia gli avvenotori  con la cucina casalinga ligure.

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