“Gli sferisteri e il balon mi sono entrati nel cuore. E adesso voglio provare a dare voce ai giovani”

Martina Garbarino, campionessa nel balon, con i miti Felice Bertola e Massimo Berruti

MARTINA GARBARINO 23 anni insegue il quarto scudetto consecutivo. I primi colpi col nonno e quell'allenamento con Bertola e Berruti 

E’ stata paragonata a Cristiano Ronaldo, ma Martina Garbarino non ama il calcio ed ha occhi solo per la pallapugno, con unica concessione la ginnastica artistica. Lo sferisterio è il suo palcoscenico ed il palmarès l’ha eletta nell’olimpo del balon in rosa. «Di Ronaldo ammiro dedizione ed impegno e se lui è CR7 io posso essere MG2. In fondo è questo il numero che mi ha quasi sempre accompagnata: nell’Albese Gimnasium agli europei in Olanda con l’Italia». 

Sorriso ed entusiasmo che contagiano: 23 anni, di Monastero Bormida dove fa la spola con la Liguria, tra Genova dove studia Scienze motorie ed il campus universitario di Savona. Martina Garbarino detiene il record di successi consecutivi (quota 28) con ultima sconfitta datata giugno 2016 con l’allora maglia della Santostefanese. «Obiettivo è arrivare a 31. In quanto alla fine del campionato manca la semifinale e la doppia finale per il titolo» ironizza la campionessa, all’inseguimento del personale quarto scudetto consecutivo nel massismo campionato femminile. 

Tutto però è iniziato col tamburello.
«Giovanissima giocavo in cortile contro il muro. Poi mio nonno Ridente ha detto basta e fatto provare la pallapugno di cui la Langa Astigiana è culla. Me ne sono subito innamorata anche se l’inizio non è stato facile, inserita nelle squadre maschili e con molti a tentare di farmi desistere. L’entusiasmo e la voglia di imparare hanno vinto sui pianti. In pochi avrebbero scommesso su di me». 

Tutti smentiti.
«Ora non mi vedrei da nessuna altra parte. Il balon mi ha sconvolto in bene. Quel colpo al volo mi ha sempre fatto uscire di testa anche se gli esordi sono stati anche da terzina». 

Passione vera.
«Per il mio compleanno lo scorso maggio il tecnico Lalo Bruna mi ha voluto regalare un allenamento a sorpresa coi miti Felice Bertola e Massimo Berruti a Cortemilia. Niente di più gradito. Ogni occasione è utile per apprendere, anche quando assisto alle sedute a Monastero della quadretta di Andrea Pettavino e grazie alla disponibilità del tecnico del Bubbio, Giulio Ghigliazza, ho potuto anche allenarmi con loro». 

E l’esperienza internazionale?
«Dal bronzo in Spagna nel 2014 non sono più riuscita a salire sul podio. Anche nella recente trasferta sia nel gioco internazionale che nel fronton me la sono cavata, ma senza allenamenti specifici impossibile competere con le campionesse. Il sogno nel cassetto è ritrovare un podio in Azzurro per ripagare la Federazione che crede ed investe in me». 

E nelle vesti di allenatrice?
«Con solo un volantino affisso nelle scuole siamo riusciti a reclutare una ventina di under 11 tra Bubbio e soprattutto Monastero, con buona rappresentanza femminile. Una grandissima soddisfazione e un segno che questo sport è vivo e riscuote entusiasmo nelle nuove generazioni»

Quale futuro per il balon?
«Mi piacerebbe che si facesse ancora di più. Ambiente un po’ fossilizzato, occorrerebbe dare una svolta al sistema dando voce ai giovani ed al loro entusiasmo. Sferisteri più aperti e sempre più affollati».

E coi “cugini” del tamburello?

«Potrebbe essere la mia nuova sfida. Ho conosciuto Alessio Monzeglio e visto in campo a Moncalvo. Che spettacolo! Non è detto che possa cimentarmi anch’io. In fondo amo mettermi sempre in gioco ed ogni volta alzare l’asticella».

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