Raviola: “Vacchetto è tornato fortissimo come sempre. Ma io proverò a fermarlo”

Giovani (grandi) rivali. Nella foto d’archivio da sinistra Federico Raviola e Massimo Vacchetto

Venerdì sera a Cuneo big match nella prima partita playoff. Il giovane padrone di casa ha dominato la prima fase

Federico Raviola, 25 anni, da Mondovì, una laurea in Scienze motorie, frequenta un master di Economia e sport all’università di Torino, parlantina brillante e modestia (tanta): è l’identikit del cosiddetto «terzo incomodo» nella lotta scudetto della pallapugno, insieme ai due grandi, il campione d’Italia Massimo Vacchetto (Araldica Castagnole) e Bruno Campagno (Torronalba Canale). Ma tanto «terzo» non lo è, Raviola, visto che ha chiuso in testa e alla grande la prima fase. Due sole sconfitte, con Dutto e con il «solito» Vacchetto. E venerdì sera, a Cuneo, davanti ai tifosi di casa, Raviola proverà a prendersi subito la rivincita, nella prima partita playoff.

Federico, quanto conta questa sfida?
«Moltissimo sul piano tecnico-psicologico, molto meno nella lotta scudetto. Nel senso che le partite veramente decisive saranno quelle dalle semifinali in poi. Ma ciò non toglie che la sfida di venerdì conterà molto, moltissimo».

Troverà un Vacchetto di nuovo ai massimi livelli, dopo l’operazione alla spalla destra. Se lo aspettava così forte?
«Lui è un grande professionista e sapevo che avrebbe recuperato benissimo. Ma così in fretta ha stupito anche me»

Quali i favoriti per il titolo?
«Loro due (Vacchetto e Campagno) ma anche Dutto, Paolo Vacchetto che a Spigno ha una squadra fortissima e Giordano-Corino, a Imperia».

E lei?
«Io cerco di giocarmela, ma niente illusioni».

Suvvia, non faccia il modesto....
«Non è modestia, è realismo. Certo mi sento migliorato grazie al gran lavoro fatto col mio tecnico, «”Giuli” Bellanti . E poi avere in squadra uno come Paolo Danna è un grande vantaggio. Ma il cammino è lungo»

Suo padre Ezio, personaggio notissimo nel mondo del balòn, è sempre critico con lei?
«Un po’ meno di una volta. ma è il mio tifoso più esigente. Per fortuna in casa ci sono mia madre e mia sorella Debora, che studia Lingue alla Cattolica a Milano e con loro si parla anche di altro. Anche se poi quando si avvicinano sfide come quella di venerdì con Massimo, la tensione un po’ si sente. Ma è il bello del balòn» 

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