Il ritorno di Vacchetto “Un rischio calcolato per la voglia di balon”

Dopo l'infortunio ai Mondiali. Rientro anticipato e vincente del campione d’Italia

Il campione è tornato e vince. Dopo un serio infortunio subìto durante i Mondiali degli sport sferistici in Colombia, Massimo Vacchetto ha recuperato a tempo di record. Forzando forse un po’ i tempi è prima rientrato gradualmente, poi, domenica scorsa, contro Marcarino, ha conquistato il primo successo del nuovo corso. 

Quali sensazioni ha avuto dopo la gara?
«Sto bene, anche se sono tutto “rotto”. La prima uscita produce questi effetti. Mi sento stanco, ma è normale».

Che cosa dicono i medici?
«Che dovevo ancora stare fermo e che non ho rallentato nella seconda parte della gara come avevo promesso. Non ho obbedito».

Le tappe del suo infortunio?
«L’incidente il 22 novembre, l’operazione chirurgica a Milano l’11 dicembre, poi 40 giorni con il tutore, quindi inizio del recupero con Roby Corino al Cidimu: sono contento di lavorare con lui, perché è un giocatore di pallapugno».

Insieme avete fatto un allenamento con il pallone addirittura nel centro di Alba.
«Un piccolo divertimento, presto sarei tornato».

Che sapore ha avuto il punto conquistato con Marcarino?
«Molto dolce, come tutte le vittorie, con un retrogusto particolare, perché era il primo dopo l’infortunio. Non ero sicuro di vincere; mi sarei accontentato anche solo di reggere fino alla fine indipendentemente

dal risultato». 
Durante la convalescenza ha avuto paura di non farcela a tornare grande?
«Eccome. La paura mi ha sempre accompagnato, come il timore di tornare a giocare, ma di non riuscire ad arrivare ai livelli di prima. In parte questi timori ci sono ancora».

Come li combatte?
«Dicendomi che io sono più forte dell’infortunio».

In percentuale, a che punto è il recupero?
«Intorno al 70%. In fondo ho perso poco terreno e sono rientrato prima del previsto, anche contro il parere dei medici».

Con Vacchetto ancora ai box, chi è favorito per lo scudetto?
«Sicuramente Campagno e Raviola. Ma io non mi escludo; sono convinto di poter tornare a lottare per il titolo. Lottare non vuol dire vincere, ma farò di tutto per arrivare nuovamente in vetta».

Si parlava di uno stop lunghissimo, invece i tempi sono stati accelerati.
«Il mio è stato un rischio calcolato, ma non potevo più stare fermo. La voglia di pallapugno era fortissima». 

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