Giulia Gula: “Così ho trasformato la pallapugno dei maschi”

Liceale sportiva Giulia Gula ha 18 anni e frequenta il liceo scientifico a Ceva. Provetta sciatrice da qualche tempo si dedica anche alla pallapugno ed è diventata tecnico federale.

La campionessa di Ceva è diventata allenatrice

La pallapugno è sport soprattutto maschile. Quello tradizionale dei campionissimi Augusto Manzo e Franco Balestra. Degli eterni rivali Berruti e Bertola. E, oggi, dei fratelli Vacchetto e di Campagno: atleti preparati in modo moderno. È sport delle terre di Fenoglio e Pavese, giocato nelle piazze di Langa prima che negli sferisteri. Emblema della cultura contadina, piemontese e ligure, narrato da De Amicis, Arpino, Piccinelli.
Nel weekend pasquale sono ripresi i campionati federali. Compreso il torneo femminile. A Canale, per esempio, Cuneo e Alba, dove Martina Garbarino ha vinto tre scudetti in altrettante stagioni. Potrebbe essere lei il modello per una nuova «speranza» sulla terra battuta: Giulia Gula, 18 anni, liceale di Ceva, unica in zona che ha iniziato a giocare e passato l’esame da tecnico giovanile federale. Cioè ha ottenuto il «patentino» per fare l’allenatore dei ragazzi ai quali, nelle Medie del territorio, sta portando l’«abc» della pallapugno, per farli provare e, magari, inserire la disciplina nel programma scolastico.
Giulia, abile sciatrice, si è avvicinata al «balòn» (così si chiama in piemontese, mentre in passato era pallone elastico) quasi per caso. Dall’anno scorso lo sferisterio «Ferro» di Ceva ha ripreso a pieno ritmo, dopo i danni delle alluvioni, la delocalizzazione e le difficoltà a ricreare un team che rinverdisse le glorie di quando il campione locale, Rosso II, portava sugli spalti centinaia di tifosi entusiasti. 

Dallo sci al «balòn»
Per Giulia la passione è una sorpresa. Due vicini di casa, Franco e Maria Angela, si fanno accompagnare a una partita. La curiosità, poi, prevale, così come la disponibilità ad aiutare la Ama Brenta Balun nella gestione del bar. «Guardando - racconta -, mi è venuta voglia di provare. Ho imparato a fasciarmi il polso che colpisce la palla da 140 grammi, a fare le prime battute, rispondere con i ricacci e colpire il muro d’appoggio. Mi è piaciuto al punto da esercitarmi anche in giardino a casa».
Poi i dirigenti l’hanno incitata a partecipare al corso federale. Giulia: «Otto ore di lezione a Cuneo e un esame finale, scritto e orale. Ora posso allenare i giovani, come tecnico, portare la disciplina nelle scuole, valorizzarla. Spero che i ragazzini possano riscoprirla con entusiasmo. Perché fa parte della nostra tradizione».
Ma non è solo teoria, per Giulia Gula. Stile, determinazione e tecnica ci sono. Muscoli e potenza anche, malgrado un infortunio al ginocchio quest’estate la fermerà qualche settimana. E sul campo ha già attirato l’attenzione. «Mi hanno convocata per un provino alla Subalcuneo - conferma la neo tecnica federale -. Proverò». E correrà dietro una pallina che nel campo viaggia a quasi 100 km l’ora.

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