Il tambass piange Angelo Tirone tartufaio e benemerito degli sferisteri

Angelo Tirone era stato anche vicesindaco di Montechiaro d'Asti

Tamburello era la passione, tartufi la professione e la vita amministrativa come impegno sociale nella comunità. Tre aspetti che hanno fatto conoscere, ed unanimemente apprezzare, Angelo Tirone. Vasto risulta il cordoglio per un lutto che colpisce non solo Montechiaro dove l’uomo risiedeva ma l’intera Val Rilate. Angelo Tirone, 72 anni, è stato vinto da un tumore che si era affacciato nel 2002 fa ed era tornato negli ultimi mesi tanto da essere ricoverato ad Asti, dove si è spento giovedì. 

Lunedì i funerali
Tirone nella carriera di amministratore è stato vice sindaco, assessore ed attualmente sedeva nel Consiglio guidato dal sindaco Paolo Luzi il quale ha annunciato che il Comune parteciperà in forma ufficiale alle esequie in programma lunedì (alle 15) nella parrocchiale; il rosario domani alle 21. 
Una vita trascorsa in campagna quella di Tirone grande esperto di tartufi: trifulao da sempre ed abile addestratore di cani da cerca, era presidente del Consorzio tartufaia Valle Fameria, giudice di Analisi sensoriale al Centro nazionale studi del Tartufo e membro dell’Organizzazione internazionale assaggiatori di tartufo. Trent’anni fa era stato tra i promotori della Fiera diventata nazionale che, lo scorso novembre, lo aveva insignito dell’onorificenza di Cavaliere delle terre del tartufo bianco di Montechiaro. C’era poi il tamburello assoluto protagonista in casa Tirone. Una carriera vissuta prima in campo e poi sulla panchina. «Un rimettitore non potente ma preciso e dotato di una grinta ed una determinazione unici. Voleva vincere ogni partita come se fosse l’ultima. Così ha saputo affrontare col sorriso anche il male» lo ricorda commosso Paolo Quilico, amico e compagno. 

La carriera
Assieme hanno vestito le maglie del Murisengo e del Vigliano prima di quella del Montechiaro (con Trinchero, Parena e Faletti) nella prima stagione a muro datata 1981: imbattuti in casa e beffati in semifinale dal Grana dei quattro titoli. Poi la panchina che nell’open gli regalò, nella stagione 1986, la promozione in serie B col Castellero di patron Campia. Quattro anni dopo è all’Asti dove vince la terza serie che l’anno successivo affronterà col Montechiaro. Era poi stato al seguito del fratello Beppe, campione prima da atleta e poi da tecnico prematuramente scomparso nel 2012 a soli 54 anni. Passione tramandata al nipote Davide, anch’egli asso tra i bastioni che vedeva in Angelo il primo tifoso e confidente. L’ultima gioia condivisa era stata la conquista della Supercoppa 2016 proprio con la Pro loco Montechiaro. Grande amico di Manuel Beltrami era spesso spettatore a Castellaro nella A open.

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