Cerot desolato “abbandona”. Un anno senza l’almanacco strenna

Aldo Cerot Marello «il signore» del tamburello con gli amici della pallapugno alla Giornata del ricordo a Taggia

«Tambass e balun» non scandiranno i mesi del 2018. Non uscirà il calendario diventato strenna, ideato da Aldo «Cerot» Marello. Gli appassionati si augurano un anno sabbatico pronto a tornare per regalare, già dal 2019, immagini di ieri e oggi dagli sferisteri di tamburello e pallone elastico. «Dopo aver valutato pro e contro ho deciso di cedere il passo» spiega il campione di Revigliasco non nascondendo più di una recriminazione. Così l’almanacco rinuncia alla nona edizione. «La decisione non mi convince del tutto ma le situazioni contingenti e gli scogli erano troppo difficili da superare. Ho cercato, anno dopo anno, di presentare soluzioni particolari, nuove tecniche fotografiche e impaginazioni, coinvolgendo anche altre persone come Antonio Azzalin, oltre ad impegnare ore nella ricerca di sponsor. Nonostante un velo di tristezza voglio ringraziare quelli che mi hanno sempre sostenuto nell’avventura che rimarrà per sempre tra gli avvenimenti più sentiti della carriera».

«Cerot» Marello non nega superficialità ed indifferenza nei molti che avrebbero dovuto essere i depositari principali della sua pubblicazione. «Inutile sprecare tempo per poi vedere le presentazioni ufficiali disertate, senza le autorità sportive interessate a garantire in qualche modo un lancio dell’almanacco e favorirne la diffusione almeno a livello provinciale. Ho trovato davanti a me soltanto gli amici di sempre, colleghi sportivi dei primi anni: desolante il vuoto nelle sale che pensavo ed immaginavo gremite di giovani, simpatizzanti o anche solo di curiosi» spiega «Cerot». L’autore aveva anche scritto all’ex presidente Federtamburello senza ricevere neppur risposta. La speranza di Marello è che il lavoro svolto possa essere di aiuto ed evitare che sugli sferisteri e relative discipline «faccia notte e scenda l’oblio». La porta all’edizione 2019 resta comunque aperta. «Un’avventura finita può ricominciare ma con altri aiuti, altri mezzi e una maggior partecipazione». E’ il pensiero, è l’augurio con cui «Cerot» si congeda.

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