È morto l’ex sindaco Mario Oddone. In sala consiliare la camera ardente

Mario Oddone nella sala consiliare di Palazzo Sangiorgio a Casale Monferrato. Appassionato sostenitore di basket e tamburello

Lunedì a Palazzo San Giorgio dalle 9 alle 10, poi il funerale nella chiesa di Porta Milano. 

CASALE MONFERRATO - L’ultima ora che Mario Oddone passerà nell’aula consiliare del municipio sarà lunedì, dalle 9 alle 10, al centro della sontuosa sala di Palazzo San Giorgio, come, peraltro, al centro dell’attenzione, nei suoi storici interventi tonanti, lo è stato per anni, fin da quando si era messo in politica, sempre con spirito socialista, quasi mezzo secolo fa: è stato consigliere comunale dal 1970 e fino al 2004, assessore con i sindaci Motta e poi Ponti. Primo cittadino egli stesso tra settembre 1980 e gennaio 1984. La sua elezione era stata annunciata così: «Il Vichingo è sindaco», richiamando il suo soprannome che era poi quello del locale in piazza Mazzini dove lui, insieme ai genitori Augusto e Natalina, spesso serviva al bancone del bar.
Lunedì, tra le 9 e le 10, sarà allestita, appunto in sala consiliare, la camera ardente dell’ex sindaco Oddone, morto ieri, nell’alba, all’età di 77 anni. Poi, la bara sarà trasferita nella chiesa del Cuore Immacolato di Maria, a Porta Milano, per i funerali, alle 10,30, con la presenza di una delegazione del Comune. Dice il sindaco Titti Palazzetti: «E’ stato un protagonista della vita politica locale, molto attivo, appassionato della sua città». La salma sarà, quindi, tumulata nel cimitero di Casale, in un loculo che lui stesso aveva scelto, quasi di fronte a quelli dei genitori. 
Ha amato due donne, sopra a tutte: la madre Natalina, vissuta fino all’età di 94 anni e morta nel 2012, e la figlia Erica, a lui molto legata, che vive a Roma, della quale era orgogliosissimo. 
E ha amato due cose sopra a tutto: la politica e lo sport, in particolare la pallacanestro. Era stato tra i fondatori della Junior Basket. Ricorda l’amico Claudio Montiglio: «Domenica siamo andati insieme al palazzetto per la partita, si è divertito. Sì, era un po’ smagrito, pallido». Un mese prima, gli era stato diagnosticato un cancro, ma, come accade in questi casi, si prospettava un periodo di cure, tra le più adatte al caso. Aspettava l’esito di alcuni esami. «Quando ti arrivano i risultati della biopsia?» gli aveva domandato, tra una chiacchiera e l’altra, Montiglio, tornando a casa dopo la partita. E lui, nel dialetto monferrino con cui non mancava mai di caricare di efficacia e ironia i suoi interventi in Consiglio comunale, ha risposto: «Ma che me li diano quando ne han voglia!». 
E’ stato uno dei personaggi di spicco della politica casalese per decenni, oggetto di grandi consensi e di profondi dissensi. E ha visto andarsene colleghi della politica di vecchia scuola di cui si è amici o avversari, ma «mai nemici»; ad esempio: i sindaci di cui era stato vice, Motta e Ponti, e poi Mario Scaiola, Giorgio Barbesino, Gianni Cardillo, Giampiero Bertolone, Guido Cattaneo, Paolo Ferraris, Salvatore Sanzone, Riccardo Triglia, Riccardo Coppo. In una infuocata seduta di Consiglio, aveva chiuso l’intervento «a braccio» (che era sempre quello conclusivo) proprio stemperando la contrapposizione storica con Coppo (in quel momento sindaco, mentre Oddone era consigliere di minoranza) con queste parole: «Finché in quest’aula ci sarà un Riccardo Coppo, ci sarà anche un Mario Oddone!». Coppo è morto a gennaio 2015. Alla figlia Erica, qualche tempo fa, Oddone aveva detto: «Il prossimo ad andarsene sarò io».
«Socialista sempre – dice Enrico Scoccati -: per indole e per partito, anche quando qui abbiamo fatto politica attraverso liste civiche: tra le altre, “Uniti per Casale”. Amava la sua città e la sua gente. Quando dirigevo la Ronzonese, veniva lui stesso, da assessore, a tagliare l’erba del campo». Oltre agli incarichi a Palazzo San Giorgio, è stato anche presidente di Monferrato Eventi. 

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