La Canalese di patron Toppino ci crede: “Scudetto, noi ci siamo”

Pallapugno, sabato alle 14,30 a Canale la finale di ritorno

Con i giornalisti non parlo. Che cosa dovrei dire? Che sabato vogliamo vincere? Ma che notizia è? Aspettiamo la partita...» Il notaio Vincenzo Toppino, patron della Torronalba Canalese guidata da Bruno Campagno, non è solo un munifico (anzi il più munifico) sostenitore della squadra roerina, ma è anche uno straordinario intenditore e appassionato di questo sport.
È un uomo che non ama la ribalta, che rifugge le cronache, anche sportive. E che coltiva una sana diffidenza nei confronti di chi scrive, in particolare (forse) di chi scrive questo pezzo. Sa che potrebbe scapparci davvero «la notizia» e (probabilmente, azzardiamo) non vuole essere lui a fornirla. Ma il personaggio è talmente importante in questo piccolo mondo antico del balòn, che ogni cosa faccia o dica, viene immediatamente amplificata.

Professionista di «grido»
Toppino, va ricordato, è un notaio stimatissimo, un professionista che gli albesi conoscono anche solo di fama ma che, lavoro a parte, è cresciuto coltivando la passione per la pallapugno. Si porta dentro, come tanti innamorati di questa sorta di «circo degli sferisteri» una volta solo contadino, tanti ricordi e le immagini dei campioni che hanno fatto la storia. E se volesse raccontarli, anche in prima persona, chissà quali aneddoti potrebbe svelare. È stato lui il primo a intuire le potenzialità di Campagno, lo ha voluto a Canale, lo ha visto «crescere» sportivamente e ne ha fatto l’atleta simbolo di quella squadra e di quel paese. Dopo l’11-10 per Vacchetto, sabato a Castagnole, non ha nascosto le critiche ai terzini della squadra e ha ribadito: «Ai punti ha vinto Bruno. È più forte e spero possa dimostrarlo anche sabato, a Canale. L’affare scudetto è apertissimo». Il Notaio (con la N maiuscola, come si conviene ai grandi) ha sostenuto la «causa» dei due big nella querelle estiva sui punteggi che li ha visti opposti alla Federazione. «Ma per il prossimo anno dovremmo accontentarci di quello che è già stato deciso» avverte. Toppino (come Claudio Manera, «il signor Araldica» con la Castagnolese) amministra una delle superpotenze della pallapugno. Nonostante l’età non giovanissima e la diffidenza per i giornalisti (o almeno, certi giornalisti) è un personaggio di cui questo mondo ha bisogno come il pane. È anche lui (come Manera) un fuoriclasse degli sferisteri. 

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