Vince l’accoglienza: e il servizio bar è da “Oscar”.
Uno scudetto l’Araldica Castagnolese lo ha già vinto: quello dell’accoglienza. La società guidata da Mario Sobrino ha messo in campo un’organizzazione straordinaria con un servizio bar (nella foto gli addetti) da buongustai. Chapeau!
Massimo lo “spietato”, Bruno “il potente”: un duello che divide e appassiona
Pallapugno: dopo la straordianaria prima finale scudetto di Castagnole Lanze
Un osservatore assolutamente neutrale (e neofita del balòn) come il comandante del Centro sportivo Esercito di paracadutismo, il capitano Roberto Pagni (i parà avrebbero dovuto portare dal cielo il Tricolore e la bandiera Araldica, con il pallone della sfida, ma non hanno potuto esibirsi causa nebbia) vedendo Campagno e Vacchetto insieme, prima della partita, aveva (an)notato: «Ma Vacchetto è magro, Campagno alto e grosso: ce la potrà fare il “più piccolo” a tenere botta?». Salvo poi ricredersi durante la sfida, da sportivo di lungo corso qual è, con un sorriso e una battuta: «Adesso ho capito perchè Vacchetto è campione d’Italia». La sintesi perfetta della sfida: l’esuberanza e la prestanza anche atletica di Bruno contro la classe raffinata di Massimo. Un mix da antologia di colpi, di giocate, di invenzioni. Se fosse un duello western Vacchetto sarebbe «lo spietato».
La sua battuta tagliata, con pallone a mezz’aria a «salire», carico di effetto, ha mandato nel panico per lunghi tratti di gara (dopo un avvio un po’ stentato) tutta la retroguardia Araldica. Ma Campagno ha stupito anche per la varietà e la profondità dei colpi. È un campione, anzi un fuoriclasse. Se fosse un duello western lui sarebbe lo «sceriffo buono». Che vuole ristabilire la legge, la «sua legge». Cioè ribaltare sabato il risultato a Canale e poi correre alla «bella».
Che fa la media tra il voto di Campagno, la prestazione comunque sicura di Giribaldi e il flop dei terzini. Con il ds Sacco che ha fatto autocritica: «Dovevo cambiare prima».
Bravi tutti: Busca (continuo, anche se qualche volta «caricato» dalla battuta di Campagno), lo stratosferico Bolla al muro, «il gatto» Prandi al largo. E il dt Rigo che porta in dote al team la sua antica astuzia da giocatore. Una sicurezza