Gian Gurcarn Das: “Pallapugno, amore a prima vista. Grande onore avere esordito in A”

Nel Bioecoshop Bubbio debutto di Gian Gurcarn Das, il primo indiano nella serie A di pallapugno.
 
Lo studente è terzino nella squadra del pluricampione Corino

La pallapugno va oltre lo sport, è elemento imprescindibile della cultura del territorio. A chi arriva da fuori zona talvolta accade di non comprendere la bellezza e l’unicità di questa disciplina, e le sue regole. Esistono però le eccezioni. È il caso di Gian Gurcarn Das, detto «Cianni», 18 anni, studente dell’Itis ad Acqui Terme e residente a Spigno Monferrato. La sua famiglia è originaria dell’India, regione settentrionale del Punjab. Ultimo di sette tra fratelli e sorelle, Gian è nato in Italia, in Calabria, dove inizialmente erano emigrati i genitori, per poi trasferirsi nel 2000 in Piemonte.
Per lui l’incontro con la pallapugno è stato «amore a prima vista». E l’altro giorno ha coronato uno dei suoi sogni: esordire in seria A, al fianco del pluricampione Roberto Corino, uno dei suoi idoli di quando ero bambino. L’occasione è stata la sfida dei playoff a San Benedetto Belbo contro la Clinica Tealdo Scotta Alta Langa di Davide Dutto. «Stavamo per completare una clamorosa rimonta, peccato, è finita 11-9 per Dutto - spiega il giovane - . Sono comunque soddisfatto, ho giocato da terzino a fianco di Corino: mi ispiro molto a lui. Roberto è un grande, ma ammiro anche Bruno Campagno e vedere giocare Massimo Vacchtto è un piacere per gli occhi».
Giocare al balon è il «pane quotidiano» del ragazzo di Spigno. «È come il calcio per gli altri ragazzi: la domenica vado a vedere le partite di pallapugno. Ho iniziato a 8 anni con i Promozionali del Mombaldone, poi ho giocato a Montechiaro d’Acqui, nella Juniores del Castagnole Lanze, nell’Under 25 a Spigno e ora nel Bubbio: sono capitano e battitore della squadra di C2».

«Ho un altro sogno»
Nel suo paese d’origine, l’India, lo sport nazionale è però il cricket. «Ci ho giocato solo qualche volta con i miei amici - aggiunge Gian - ma ho scelto la pallapugno: è uno sport fantastico e la cosa più bella è il contatto con il pubblico, quando applaude dopo una bella giocata. La mia famiglia mi ha sempre sostenuto: mia madre non perde nessuna partita. Ora c’è un altro sogno da coronare: esordire come battitore in serie A».

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